Oggi Francia-Marocco. Malika e le piazze italiane in festa: "Siamo magrebini e milanesi"

La cantante italo-marocchina: "La vittoria darebbe un’iniezione di fiducia a chi subisce il razzismo"

Milano, 14 dicembre 2022 - Malika Ayane, cantante di padre marocchino e madre italiana, stasera sarà davanti alla tv a fare il tifo nella partita Francia-Marocco? "Purtroppo no, perché sono impegnata col musical ‘Cats’".

Il Marocco in semifinale è stata la sorpresa più grande di questi Mondiali di calcio. "Il fatto che sia la prima squadra africana a raggiungere un risultato così importante è un segnale molto forte per iniziare a guardare all’Africa non solo come un continente a cui attingere continuamente".

Malika Ayane (foto Alive)
Malika Ayane (foto Alive)

Un Marocco da Oscar, contro la Francia è l'ora della rivincita

Molti anche non marocchini tifano per questa squadra. "I migliori film sono quelli in cui qualcuno da cui nessuno si aspetta nulla compie un’impresa straordinaria. Tifo sempre per gli sfavoriti. Sono una grande fan di Paperino".

La squadra africana è circondata dalla simpatia. "Il Marocco è stata una sorpresa, anche se molto probabilmente la Francia vincerà di nuovo. È una squadra fortissima molto rappresentata dai figli di seconda generazione di immigrati, però è bello sognare per un attimo che anche gli outsider possano compiere imprese eccezionali".

A Milano ci sono stati grandi festeggiamenti. Una fiammata di orgoglio nazionale? "Poiché viaggio spesso mi è capitato di seguire i Mondiali in vari Paesi del mondo e devo dire che niente come il calcio – anche più della musica e dello spettacolo in generale – porta la gente a sentirsi vicina, a sentirsi parte di qualcosa. A me piace il fatto che tanti marocchini milanesi siano usciti a festeggiare, ho visto anche tanti marocchini napoletani e di altre città. Sono tanti i cittadini italiani provenienti da altri Paesi".

Lei ha già dichiarato che comunque in Italia c’è ancora tanto razzismo... "Mi sembra un dato di fatto, non un’opinione".

I trionfi del Marocco possono in qualche modo attenuare questo razzismo? "Quando l’Italia ha vinto gli Europei sembrava che avessimo trovato la formula dell’elisir di lunga vita, tanto diffusa era la gioia. Quando succede qualcosa di positivo per una comunità, come un risultato sportivo, questo alza l’autostima. Non risolve il problema del razzismo, ma chi lo subisce può ricevere un’iniezione tale di fiducia in se stesso che rende il problema un po’ meno pesante. Ma è un effetto solo su chi subisce il razzismo, chi è cretino lo rimane. Se non si educano i figli e la società a staccarsi da una presunta superiorità non si risolverà mai il problema".

Lei viaggia molto. Il razzismo è più forte in Italia che, per esempio, in Francia? "Questa sarebbe una classificazione altrettanto razzista. È sempre una questione di educazione e intelligenza. Chi usa di più la testa o ha ricevuto un’educazione maggiore alla tolleranza tende a essere più comprensivo del fatto che siamo 8 miliardi, tutti diversi e tutti ugualmente meritevoli di vivere il nostro percorso sulla Terra. Poi possiamo dire che in certe zone ci sono concentrazioni di persone con una precisa idea politica, ma è solo una questione statistica".

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Se ci fosse stata la partita Italia-Marocco per chi avrebbe tifato? "Bella domanda. Non saprei rispondere, ma sarebbe stata una grande partita. Speriamo che l’Italia torni a giocare ai Mondiali".