Eriksen, l'addio ai Mondiali è dei più amari

Il capitano danese ha comunque raggiunto il suo obiettivo dopo la lunga convalescenza: centrare la partecipazione alla sua terza Coppa del Mondo

Christian Eriksen (Ansa)

Christian Eriksen (Ansa)

Al Wakrah, 30 novembre 2022 – Allo stadio Al Janoub si è consumato l’addio al Mondiale della Danimarca, sconfitta dall’Australia per 1-0, e insieme a lei anche quello del suo capitano Christian Eriksen. La bandiera della squadra di Hjulmand ha però raggiunto il suo primo e grande traguardo dopo il terribile malore che lo ha colto durante la partita dell'Europeo contro la Finlandia: «Dal giorno in cui ho detto che sarei voluto tornare in campo, giocare il Mondiale è sempre stato il mio vero obiettivo» ha confessato il centrocampista che con la sua Nazionale ha partecipato a tre Mondiali (2010, 2018 e quello attuale in Qatar) e a due Europei, nel 2012 e 2020. A livello individuale è stato premiato per quattro volte come calciatore danese dell'anno (2013, 2014, 2015, 2018), record condiviso con Brian Laudrup e Kasper Schmeichel. Una carriera straordinaria che meritava un epilogo migliore sul campo ma la sfida agli australiani non è stata affrontata con il piglio giusto da tutta la selezione nord europea che non ha messo in campo la voglia e l’attenzione giusta per aggiudicarsi una posta in palio tanto importante.

Capitano

La fascia di capitano l’ha ereditata dal compagno e grande amico Simon Kjaer e il difensore del Milan è stato proprio l'uomo che, con un decisivo intervento di primo soccorso, gli ha salvato la vita a Copenaghen quando era crollato a terra all'improvviso. Dopo la lunga convalescenza Eriksen è tornato a giocare mettendo subito nel mirino la partecipazione a Qatar 2022: "Partecipare per la terza volta a un Mondiale è davvero speciale. La Danimarca è sempre stata forte, quello che è cambiato è la fiducia in noi stessi", ha raccontato l’ex nerazzurro. Le regole italiane, più stringenti rispetto ad altri Paesi, sulla concessione dell'idoneità sportiva per i professionisti che impediscono a un atleta con un pacemaker sottopelle di essere tesserato, l’hanno allontanato gioco forza dall’Inter ma la Premier League l’ha accolto a braccia aperte e, prima il Brentford, poi il Manchester United hanno puntato su Christian come talento esperto nei propri centrocampi. La rivincita personale di Eriksen, capace di andare oltre a un’esperienza terribile come quella vissuta, non è andata di pari passo con quella della Danimarca che, dopo la semifinale conquistata all’ultimo Europeo, non è riuscita a lasciare il segno in una fase a gironi alla portata della squadra di Hjulmand, reduce da una buona fase di qualificazione ai Mondiali.

Futuro

La gara da titolare contro l’Australia che l’ha visto provarci fino alla fine, come terminale offensivo dei danesi, coincide, dunque, con l’addio alla competizione iridata di Eriksen: tra quattro anni non è certo se il centrocampista, all’età di 34 anni, potrà essere ancora nelle condizioni di partecipare alla prossima Coppa del Mondo in scena in Canada-USA-Messico ma quel che è certo è che ormai è diventato un simbolo della Danimarca difficilmente sostituibile. Con i “veterani” Kjaer e Schmeichel che saranno con tutta probabilità fuori dal giro della Nazionale, Eriksen si appresta a indossare i panni dell’uomo spogliatoio, di quel leader fuori dal campo che farebbe le fortune di qualsiasi club o selezione al mondo.