Giovedì 25 Aprile 2024

Com’è bello il calcio di tutti Agli ottavi i 5 continenti

E’ la prima volta che succede: e spiega l’allargamento della Fifa a 48 squadre. Ora è in discussione il predominio storico di Europa e Sudamerica

Il Mondiale più "mondiale" che ci sia mai stato. A Qatar 2022, per la prima volta nella storia, tutti e cinque i Continenti (anzi sei, considerando Nord e Sud America) saranno rappresentati nella fase ad eliminazione diretta. Una statistica che si è aggiornata in particolare grazie alla qualificazione negli ottavi di finale del Giappone e soprattutto dell’Australia. Per i Socceroos, e per l’Oceania più in generale, si tratta della seconda volta; la prima a Germania 2006 la ricordano bene gli italiani con il rigore trasformato al 90’ da Francesco Totti. Ricordi, purtroppo, lontani per gli azzurri, ma che mettono chiaramente in evidenza la globalizzazione del calcio moderno, che non è più solo europeo o sudamericano. E che arrivano nel primo Mondiale in un paese arabo. Così, tutti i continenti rappresentati alla fase a eliminazione diretta rappresenta un ampliamento dei confini del "pallone" che sicuramente piace tanto alla Fifa guidata dal presidente Gianni Infantino. Tra quattro anni, nel 2026, saranno tre i Paesi - Usa, Canada e Messico - a organizzare la fase finale della Coppa del Mondo a cui prenderanno parte 48 squadre, 16 in più rispetto alla formula a 32 in vigore da Francia 1998. Un Mondiale formato-maxi che potrebbe regalare una "prima volta" o un ritorno anche a nazionali che incontrano difficoltà per qualificarsi. E il Continente che, in proporzione, beneficerà meno di questo allargamento sarà l’Europa (lì dove il calcio è nato) che passerà da 13 a 16 posti, mentre ad esempio l’Africa salirà da cinque a nove, l’Asia da cinque a otto. Ma il cambiamento ancora più clamoroso la Fifa lo metterebbe in campo con l’organizzazione del Mondiale ogni due anni: questa è evidentemente una questione di politica sportiva che coinvolge anche il Cio per le eventuali sovrapposizioni con gli anni olimpici. Ma torniamo alla presenza dei cinque continenti: il merito è della crescita complessiva del calcio fuori dall’Europa e dal Sudamerica, trainato dalle tv ma anche dai governi che fanno del calcio un veicolo importante di promozione della proprio immagine. Così le squadre sono arrivate in Qatar molto preparate tatticamente; in particolare non sono sprovvedute, come a volte accadeva in passato, nella fase difensiva, con la maggior parte dei giocatori sempre "sotto palla". Probabilmente, nelle gare a eliminazione diretta, anche grazie alla regola dei cinque cambi, potrebbero emergere i valori "tradizionali" con europee e sudamericane a lottare per il successo finale (nessun altro Continente ha mai vinto la Coppa), ma questo Mondiale comunque è già entrato nella storia come il più "mondiale" di sempre.