Mondiali 2018, il Belgio fa sogni di gloria. Ma prima c'è il Giappone

Grande forza offensiva per l’undici di Martinez che può contare su Lukaku, Hazard e Mertens, tutti a segno fino a qui SPECIALE MONDIALI 2018 Risultati e tabellone Mondiali 2018, il calendario degli ottavi

Mondiali 2018, l'attaccante del Belgio Dries Martens (Lapresse)

Mondiali 2018, l'attaccante del Belgio Dries Martens (Lapresse)

Bologna, 1 luglio 2018 – Il Belgio è una delle tre squadre ad aver chiuso i gironi con tre vittorie consecutive e assieme alla Croazia è lo spauracchio tra le outsider. La forza belga risiede specialmente in attacco, forte dei 9 gol segnati nei primi tre match. Il capocannoniere è Lukaku con 4 marcature, ma anche Hazard (doppietta con la Tunisia) e Mertens (in gol contro Panama) stanno disputando un ottimo Mondiale.

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DIFESA A 3 E MEDIANA OFFENSIVA - Martinez ha fino a qui disegnato un 3-4-2-1 in grado di esaltare le caratteristiche offensive della squadra che anche difensivamente ha retto bene subendo solo due reti. Solo contro l’Inghilterra il commissario tecnico ha prodotto un mini turnover, ma in linea di massima le scelte sembrano abbastanza delineate, soprattutto in vista del primo match da dentro o fuori (anche se contro un avversario non irresistibile). Linea a tre dunque con Alderweireld, Boyata e Vertonghen, in mediana Meunier, De Bruyne, Witsel e Carrasco, come si evince un centrocampo a forte trazione anteriore, mentre alle spalle della prima punta Lukaku dovrebbero agire Hazard e Mertens. I belgi dovranno prestare attenzione ai diffidati, che attualmente sono Meunier, De Bruyne e Vertonghen. Per il Belgio l’obiettivo è migliorare il quarto posto del 1986, quando i diavoli rossi vennero sconfitti in semifinale dall’Argentina di Maradona – poi campione del Mondo – e perdendo la finalina di consolazione contro la Francia. Il ciclo talentuoso costruito dalla nazionale di Martinez lascia presagire importanti sogni di gloria, anche se al prossimo turno potrebbe esserci il durissimo scontro al cospetto del Brasile. Prima, però, il Giappone. E non è mai un avversario facile per nessuno.

Maria Saues e Camille Tytgat (LaPresse)