epa10323651 Timothy Castagne (L) of Belgium in action against Alphonso Davies of Canada during the FIFA World Cup 2022 group F soccer match between Belgium and Canada at Ahmad bin Ali Stadium in Doha, Qatar, 23 November 2022.  EPA/Ronald Wittek

Alphonso Davies impegnato contro il Belgio in Qatar

Qatar, 23 novembre 2022 - Dall’inferno dei campi profughi alla gloria della Champions League e ora all’avventura della Coppa del Mondo in Qatar con un recupero lampo da un infortunio. Stiamo parlando della bella favola di Aphonso Davies, già pronta per essere trasformata in un libro o, meglio, in un film. Una favola che poteva essere ancora più bella ed epica se Davies avesse trasformato il rigore parato magistralmente da Marc Courtois. Il Canada ha giocato bene, soprattutto nel primo tempo dominando per lunghi tratti, ma è uscito sconfitto 1-0 dal Belgio. Peccato. Belgio-Canada 1-0: decidono Courtois e Batshuayi Il passato. Il difensore ventiduenne del Bayer Monaco e naturalmente della nazionale canadese è di origini liberiane, ma è nato in un campo profughi in Ghana dove avevano trovato rifugio i suoi genitori scappati miracolosamente dalla guerra dopo un viaggio-odissea di ben 1.500 chilometri. Da bambino arrivò poi a Vancouver, in Canada, dopo anni di assoluta povertà e mille difficoltà: qui iniziò la sua integrazione e anche la sua ascesa sportiva che l’ha portato a sollevare la coppa della Champions League, primo canadese a farlo, con i tedeschi del Bayer Monaco (dove è diventato uno delle colonne portanti nonostante la sua ancora giovane età e il valore del suo cartellino è salito sopra le stelle). Il Canada aveva partecipato una sola volta ai campionati del mondo, nel lontano 1986 quando Davies non era ancora nato, collezionando tre sconfitte su tre partite. Prima di questa partita Belgio e Canada si erano incontrati un'unica volta in amichevole nel 1989 con i diavoli rossi vittoriosi per 2-0. Il futuro. Adesso ad affrontare il Canada e soprattutto lo scatenato Davies ci saranno Croazia e Marocco per vedere chi proseguirà l’avventura in Qatar. insieme probabilmente al Belgio vittorioso.

Calcio

Qatar, 23 novembre 2022 - Dall’inferno dei campi&nbsp;profughi alla gloria della Champions League e ora all’avventura della Coppa del Mondo in Qatar con un recupero lampo da un infortunio. Stiamo parlando della bella favola di Aphonso Davies, già pronta per essere trasformata in un libro o, meglio, in un film. Una favola che poteva essere ancora più bella ed epica&nbsp;se Davies avesse trasformato il rigore parato magistralmente da Marc Courtois. Il Canada ha giocato bene, soprattutto nel primo tempo dominando per lunghi tratti, ma è uscito sconfitto 1-0 dal Belgio. Peccato. 
<a href="https://www.quotidiano.net/sport/mondiali-calcio/belgio-canada-1.8315431">Belgio-Canada 1-0: decidono Courtois e Batshuayi</a> 
Il passato. Il difensore ventiduenne del Bayer Monaco e naturalmente della nazionale canadese è di origini liberiane, ma è nato in un campo profughi in Ghana dove avevano trovato rifugio i suoi genitori scappati miracolosamente dalla guerra dopo un viaggio-odissea di ben 1.500 chilometri. 
Da bambino arrivò poi a Vancouver, in Canada, dopo anni di assoluta povertà e mille difficoltà: qui iniziò la sua integrazione e anche la sua ascesa sportiva che l’ha portato a sollevare la coppa della Champions League, primo canadese a farlo, con i tedeschi del Bayer Monaco (dove è diventato uno delle colonne portanti nonostante la sua ancora giovane età e il valore del suo cartellino è salito sopra le stelle). 
Il Canada aveva partecipato una sola&nbsp;volta ai campionati del mondo, nel lontano 1986 quando Davies non era ancora nato, collezionando tre sconfitte su tre partite. Prima di questa partita Belgio e Canada si erano incontrati un'unica&nbsp;volta in amichevole nel 1989 con i diavoli rossi&nbsp;vittoriosi per 2-0. 
Il futuro. Adesso ad affrontare il Canada e soprattutto lo scatenato Davies ci saranno Croazia e Marocco per vedere chi proseguirà l’avventura in Qatar. insieme probabilmente al Belgio vittorioso. 
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Canada, la favola di Davies dai campi profughi ai Mondiali. Ma manca il lieto fine

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