Giovedì 18 Aprile 2024

Miracolo Ducati: "E’ una questione di testa"

A Borgo Panigale si celebra la doppietta mondiale in MotoGp e Superbike. Il ceo Domenicali: "Noi abbiamo persone, non solo campioni"

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di Giacomo Gelati

"Du gust is megl che uan", storpiava Stefano Accorsi in un celebre spot in salsa bolognese. Il cui eco ritorna all’indomani dello straordinario bis della Ducati, che, nella settimana più bella, di magnum ne ha stappate due: Pecco prima, Alvaro subito dopo. E ieri all’auditorium di Borgo Panigale, in occasione dell’evento ‘In corsa per il talento 2022’, organizzato da Randstad e Ducati, parlando di temi come attrazione, formazione e conservazione dei talenti in ambito sportivo e lavorativo, è arrivata l’occasione per festeggiare, aspettando la serata pubblica del 14 dicembre a Bologna. "Ho un paio di catene che mi tengono legato – ha detto il ceo Claudio Domenicali –, altrimenti volerei dalla felicità. È una sensazione straordinaria, perché c’è un senso di appagamento fortissimo che viene da 9 anni di duro lavoro. Dopo la vittoria del 2007 le cose sono andate peggio fino al disastro di dimensioni cosmiche con Valentino Rossi: nel 2013 siamo lentamente ripartiti e la soddisfazione è di tutti quelli che hanno lavorato portando l’affidabilità quasi alla perfezione. La ricetta per il futuro è perseguire il miglioramento continuo".

L’umiltà è di colore rosso. "Bagnaia è un campione umile anche se è un animale che viaggia ai 300 all’ora: ho conosciuto i suoi nonni e ho capito come la famiglia abbia una rilevanza straordinaria nella crescita di una persona. In Ducati vediamo i ragazzi con spirito educativo e l’azienda come una famiglia. Ci dev’essere una tensione di fondo positiva, non finalizzata al risultato e basta. Bisogna preoccuparsi anche della persona oltre l’ingegnere".

Primo titolo mondiale in MotoGp per il diesse Paolo Ciabatti e il team manager Davide Tardozzi, da 180 giorni insieme e lontani da casa. "Sono un po’ rintronato dal jet lag – spiega Ciabatti – perché ero di ritorno dall’Indonesia, dove abbiamo festeggiato la vittoria in Superbike. Prima eravamo i simpatici italiani che ci provavano, adesso siamo quelli che danno fastidio. Un’azienda come la nostra che vince 12 gare ed è sempre sul podio ha dimostrato di essere superiore. Rivalità fra i nostri due team? Tutt’altro, grande rispetto e collaborazione, spesso ci siamo passati i tecnici: abbiamo tutti gli stessi obiettivi e non si incrociano".

Nella botte piccola il vino buono. "La differenza quest’anno l’ha fatta il genio italiano – prosegue Tardozzi – e anche se Ducati è un’azienda più piccola di altri colossi è senz’altro ben strutturata: questa doppietta è il frutto di 6-7 anni di innovazioni ingegneristiche. È questione di talento, ma non solo: quello ce l’hanno in tanti, ma bisogna trovare quello connesso al cervello ed è quello che fa la differenza coi campioni. Per non parlare dei giovani talenti, che vanno seguiti. Ai ragazzi dico sempre: Te vai forte che i soldi ti corrono dietro". Per arrivare alla vittoria la sola dote non basta, ma va orientata e praticata a tutti i livelli. "In un momento di grande difficoltà nel reperire profili specializzati nel mondo del lavoro -conclude l’ad di Randstad italia Simona Tansini-, abbiamo l’obiettivo di garantire un approccio umano e di proattività verso il talento".