Giorgio Minisini e quell’oro che abbatte tutti i muri

Vince il Solo tecnico: disciplina ritenuta fino a poco tempo fa esclusivamente femminile. E con un tema dedicato all’ambiente marino

Giorgio Minisini agli Europei di Roma (Ansa)

Giorgio Minisini agli Europei di Roma (Ansa)

Io ballo da solo. Giorgio Minisini rompe un muro storico nel nuoto artistico (fu sincronizzato, ma sincronetto è un termine da lui mai amato), si prende l’Europa (in attesa del mondo e magari dell’Olimpo) e banalmente fa la storia a Roma 2022, gli Europei dei record e delle novità, come la prima gara internazionale di sempre nel Solo tecnico maschile, in questo sport. E pazienza se in acqua c’erano tre rappresentanti e basta, retaggio di un regolamento da modificare che al momento prevede un solo atleta per Nazione iscritto alla competizione. Sì, Giorgio è un uomo solo al comando: sia perché domina gli avversari dall’alto di una superiorità tecnica e fisica netta, sia perché quando aveva iniziato, anni fa, in Italia era davvero l’unico, tra i maschi, e uno dei pochi al mondo, come l’americano Bill May, il primo in assoluto. Vince con 85.7033 punti, lasciando a Diaz del Rio (Spagna) l’argento con 79,4951 e il bronzo a Martinovic (Serbia), a quota 58,8834. Non c’è stata storia e si sapeva, ma la gara ha un significato che va oltre il risultato in sé, come facilmente intuibile. Minisini ha sfidato tutte le barriere ideologiche, superato i pregiudizi, sciolto le riserve fino a diventare tre volte campione del mondo nel duo mixed e oro continentale nel Solo in una disciplina che fino a una decina di anni fa era ritenuta esclusivamente femminile.

Al pubblico del Pietrangeli ha regalato uno spettacolo unico presentando l’esercizio intitolato "A Plastic Sea", ispirato dalle parole di David Attenborough, divulgatore scientifico e naturalista britannico, volte a richiamare l’attenzione sull’impatto che l’attività umana ha sugli ecosistemi marini e indirettamente sul nostro pianeta. Nel volto di Giorgio c’è tutto, orgoglio, gioia, quasi sollievo: "Prendo questo primo posto come un punto di partenza per me e tutto il movimento. Gareggiare da solo mi trasmette una responsabilità diversa, forse sono più rilassato. Abbiamo rotto il ghiaccio e ora sono sicuro che tanti ragazzi giovani troveranno nuove idee per il futuro".

Il nuoto sincronizzato si conferma miniera azzurra: tre medaglie ci aspettavamo ieri, e tre sono arrivate. Per Linda Cerruti ecco un step avanti rispetto ai bronzi 2016-2018 e una sorta di rivincita sull’edizione di Budapest 2021, saltata per via del Covid-19. Nel solo tecnico la savonese regala un’esibizione impeccabile con il suo "Gift of the Gods", e ottiene 90.8839 punti che la lasciano in lacrime: "Non so dire se sia la soddisfazione più grande della mia carriera, forse sì - commenta -. Questa medaglia mi ripaga, e non poco, per la delusione dei Mondiali di Budapest (fu quarta di un niente, NdC). Sono stata pulita in tutta la routine". Le dieci ragazze del Dragone, infine, vicecampionesse del mondo nell’highligts, concludono la tripletta azzurra di uno storico venerdì 12 agosto al Parco del Foro Italico. Sono d’argento con 91.7000 punti, un po’ meno che in Ungheria, ma sempre dietro alle maestre e "sorelle" ucraine, che vincono il titolo con 94.0667. Il medagliere azzurro ride, applausi per tutti.