Giovedì 18 Aprile 2024

Mille e non più mille, riecco il tifo Partita la grande caccia ai biglietti

Quasi solo spettatori invitati ieri in serie A dopo la decisione improvvisa del governo di riaprire . Ora i club devono scegliere i criteri per selezionare gli accessi date le richieste dopo il lungo stop

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di Paolo Grilli

Ci sono mille incognite da affrontare, forse anche di più, sullo stretto sentiero che il calcio deve percorrere per ritrovare la sua normalità. Ma intanto, rivedere ieri tifosi in carne e ossa sugli spalti negli stadi della serie A ha avuto un effetto benefico per il cuore di tutto il movimento. Altro che pannicello caldo: la decisione di riaprire tribune e curve, sia pure allo sparuto migliaio di fortunati per ogni partita, ha avuto tutto il gusto della rinascita.

Certo, richiamare a raccolta i tifosi solo il sabato sera, di fatto a poche ore dalle partite, è parso intempestivo: gli stessi club sono stati presi piuttosto alla sprovvista dalla decisione del governo (dopo le ordinanze singole di Emilia-Romagna, Veneto e Lombardia) considerato lo sforzo organizzativo necessario per allestire ogni singolo evento calcistico. Ma il segnale è chiaro in un’Italia che a ben vedere se la sta passando meglio che tanti altri Paesi in quanto a contagi e gestione dell’emergenza. Con tutta la prudenza del caso, si cercherà di incrementare il numero di presenti a ogni gara se il virus vorrà concedere una tregua o almeno non troverà modo di colpire più pesantemente l’Italia.

Giocoforza, ieri i club hanno ammesso allo stadio per lo più persone invitate (soprattutto legate agli sponsor) perché non sarebbe stato possibile un reclutamento adeguato dei propri tifosi, applicando la convocazione con un criterio determinato, equo ed efficace. Già si è aperta, però, la corsa per poter assistere alle partite del prossimo turno. E qui ogni società dovrà ingegnarsi di garantire un accesso ben distribuito di tutta la tifoseria, sempre tenendo conto del fatto, però, che proprio dalla presenza degli appassionati ogni club trae una parte non indifferente dei propri ricavi.

La voglia di voltare pagina è smisurata. Ormai ci si era assuefatti a impianti deserti, anzi spettrali, in cui rimbombavano – catturate dai microfoni – le urla dei giocatori e degli allenatori. Come se si assistesse da casa (detto con il massimo rispetto possibile) a partite qualsiasi, in cui ben raramente il pubblico diventa una cornice degna di nota.

Ora qualcosa sta cambiando. All’ingresso degli stadi ora i termoscanner fanno da ulteriore barriera oltre ai tornelli. Le mascherine obbligatorie fanno poi da bardatura obbligata di ogni appassionato. Ma sono i passi necessari per liberare la passione gradualmente, ben sapendo che l’orizzonte futuro è più limpido del presente.

Tocca ora ai club decidere come filtrare la voglia di esserci di tutti i tifosi. Un onere in più, nella stagione della ripartenza. Ma intanto quei deboli urli di incitamento che hanno ripreso a piovere degli spalti sono i vagiti del calcio che rinasce davvero dopo l’incubo.