Milan, sfida alla Viola nel nome di Astori

Cinque anni fa la morte del difensore cresciuto nelle giovanili rossonere e grande capitano della Fiorentina. Il ricordo commosso di Pioli

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di Ilaria Checchi

L’Inghilterra è lontana e lì deve restare: il presente del Milan è in Toscana e a tinte Viola e il calendario ha fatto sì che la trasferta a Firenze coincidesse con il quinto anniversario della morte di Davide Astori: "La Champions è la partita contro la Fiorentina, siamo concentrati solo su questo e l’affronteremo al meglio" sintetizza Pioli, per il quale il duello di questa sera è unico. Il club che l’ha lanciato contro quello che l’ha consacrato e un cuore che ovviamente va al difensore scomparso: "Davide sorriderà di certo, intimamente per me quella di Firenze è partita particolare e stavolta lo sarà di più. Lui è sempre con me, ci ha lasciato tanti insegnamenti. Era un esempio di determinazione e serenità, un capitano vero". Il tecnico emiliano è pronto ad affrontare i suoi recenti ricordi ritrovando elementi chiave come Bennacer, Calabria e Florenzi ma dovrà fare a meno di Brahim Diaz, fermato da una distorsione al ginocchio ("Faremo di tutto per recuperarlo per il Tottenham") e degli squalificati Leao e Krunic. Ecco allora che, con Ante Rebic pronto a supportare lo stakanovista Giroud, la scelta per sostituire lo spagnolo è ricaduta su Charles De Ketelaere, questa sera in campo dal primo minuto dopo l’ultima titolarità datata 29 gennaio, giorno del crollo a San Siro contro il Sassuolo che aveva certificato ufficialmente lo stato di crisi del Diavolo.

Oggi, invece, il Milan arriva al cospetto di Italiano con quattro vittorie di fila, per di più senza incassare gol, e centrare il successo al "Franchi" rappresenterebbe la cura ideale per avvicinarsi al secondo round in Champions di mercoledì sera: "È arrivato il momento di dare continuità alle prestazioni con grande attenzione e determinazione", motivo per cui il parmigiano esclude ogni possibile turn over non necessario. In difesa, dunque, sarà confermatissimo Thiaw ("Ho aspettato a inserirlo perché evidentemente prima c’era qualche compagno più avanti di lui") mentre non è escluso che Ibra possa giocare qualche minuto in più rispetto alla gara contro la Dea: "Zlatan è Zlatan, vorrebbe giocare sempre, è la sua forza". Pioli non si è, infine tirato indietro nel parlare dei suoi rapporti con il numero uno rossonero: "Non mi chiede nulla di campo, Cardinale lo sento spesso dopo le partite, ma mai prima perché ha molto rispetto sa che certe situazioni le deve gestire l’allenatore".