Venerdì 19 Aprile 2024

Milan, ora rischi di mandare tutto al Diavolo

Col Cagliari già salvo, i rossoneri non vanno oltre lo 0-0: Pioli deve vincere a Bergamo, altrimenti potrebbe non bastare per stare nei primi 4

Migration

di Luca Talotta

Nella Milano calcistica la squadra pazza per antonomasia è l’Inter. Il Milan, però, è sulla buona strada per rubarle questo titolo, visto che quando ha dovuto ortare a casa la più semplice delle vittorie è riuscita a complicarsi la vita con una scialba prestazione, rischiando seriamente di rovinare un’intera stagione. Anzi, un lavoro iniziato a dicembre 2019, quando l’allora derelitto Diavolo perse 5-0 contro l’Atalanta. Il destino costringerà i rossoneri, dopo lo scarno 0-0 maturato ieri contro il Cagliari, a vincere domenica prossima proprio in quel di Bergamo, per non vedere sfumare il sogno di riabbracciare quella Champions League che manca da tanto, troppo tempo dalle casse societarie. Le gambe che tremano, in fin dei conti, sono umane sensazioni di chi sente la pressione. E quando sei giovane, si sa, certe emozioni fai fatica a gestirle. Ma questo Milan ieri ha davvero gettato alle ortiche la concreta possibilità di staccare il biglietto Champions: bastava una vittoria contro il già salvo Cagliari, squadra che ha disputato la sua più che onesta gara palesando, ancora una volta, le difficoltà di questo Milan quando gioca a San Siro, dove ha vinto otto volte perdendo in cinque occasioni. Chi si aspettava un Cagliari guardingo, ben sazio della salvezza raggiunta grazie al pareggio del Benevento e dai più che leciti bagordi in hotel nel pre gara, è rimasto deluso. La squadra sarda ha fatto il suo ma la bravura degli uomini di Semplice nasce lì dove finiscono i meriti del Milan. Al quale nemmeno la presenza di Gordon Singer in tribuna dopo tanto tempo (il figlio di Paul, patron di Elliott, era presente a Manchester per il match di Europa League) ha permesso di riassaporare il gusto del successo e, di conseguenza, di quella voglia di Europa che conta, di Champions League. Competizione dalla quale il Milan manca addirittura dall’11 marzo 2014, ossia più di sette anni, quando perse 4-1 al Vicente Calderòn contro l’Atletico Madrid (di Kakà l’ultimo gol rossonero nella massima competizione sportiva europea).

E il paradosso ora è che per avere la certezza assicurata di poter tornare nel gotha del calcio europeo dovrai battere l’Atalanta, formazione che non batti in campionato dal 16 febbraio 2019; da lì due sconfitte ed un pareggio, con ben nove gol subiti e uno solo realizzato in tre gare. Sarà un’impresa vera e propria, dunque, ma se non dovesse arrivare un successo, con conseguente vittoria della Juventus a Bologna, per il Milan sarà di nuovo Europa League: un traguardo che tale non può considerarsi, soprattutto se sei stato primo per 21 giornate in campionato e sei rimasta l‘unica, per diverso tempo, a rimanere in scia alla capolista Inter. Ma la cruda verità è che il Milan è stato incapace di sfruttare il regalo di ieri del grande ex Pippo Inzaghi, che con il pareggio del suo Benevento in casa contro il Crotone aveva consegnato al Cagliari la matematica certezza della salvezza pur senza giocando.