Milan e Juve all’assalto, Pirlo attacca l’Inter

Pioli a Firenze con Ibra dall’inizio per mettere pressione a Conte. Il tecnico Juve: "Tutti giocano se hanno contagi, loro invece no"

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di Luca Talotta

"Sono sicuro che andremo forte". Ripartire, per forza e per necessità, e concludere nel migliore dei modi l’unico obiettivo stagionale rimasto. È un Milan incerottato, quello che scenderà oggi in campo a Firenze; ma sarà anche un Milan voglioso di lanciare un messaggio chiaro a tutti i detrattori che vedono solo pessimismo attorno alla formazione di Pioli. Perché i due recenti ko di San Siro contro Napoli e Manchester United hanno lasciato il segno, inutile negarlo. Ma nella mente del tecnico emiliano c’è la convinzione di essersela sempre giocata; soprattutto nei due match contro gli inglesi, che è giusto ricordarlo sono secondi in classifica in patria. L’iniezione di pessimismo da parte di addetti ai lavori e tifosi di certo non aiuta. Il canonico "Il Milan si deve guardarsi le spalle ora", poi, non agevola il percorso di risalita. Non è la mentalità vincente, non è il modo di agire e pensare che può piacere, ad esempio, a Ibrahimovic. E sarà proprio lo svedese l’uomo chiamato a far tornare il sereno in quel di Milanello. A cominciare da oggi, dove sarà chiamato da solo a gestire tutto il peso dell’attacco: con Leao e Mandzukic ko e Rebic infortunato, infatti, Pioli non ha alternative. Tanto che in panchina ha dovuto portare con sé il giovane Tonin, 20 anni e zero minuti giocati in Serie A: "Zlatan ha sfruttato il minutaggio contro lo United e partirà dal 1’. Non sappiamo se ha i 90 minuti ma la sua presenza ci darà tanto" ha confermato Pioli. Fuori dalla Coppa Italia, fuori dall’Europa League ma secondi in campionato dietro l’Inter. Un quadro non perfetto ma nemmeno da demistificare. E difatti Pioli vorrà difendere, con le unghie e con i denti, quanto di buono fatto finora. Perché non va dimenticato che fino a qualche settimana fa questo Milan era una macchina da gol, con una media di due reti a partita. Poi i tanti infortuni, il covid e le squalifiche hanno inceppato un meccanismo che appariva perfetto. La soluzione di tutto sarà il ritorno della qualità in mezzo al campo: da questo punto di vista molto dipenderà dalle performance di Calhanoglu e, perché no, anche di quel Bennacer che sembra ormai prossimo al rientro a pieno regime; se dovesse innescarsi nuovamente l’asse tra il turco e Ibra, allora il Milan potrebbe davvero tornare a dire la sua; altrimenti la strada appare davvero in salita e il "dobbiamo provare a vincerle tutte" annunciato ieri da Pioli potrebbe tramutarsi in una montagna difficilmente scalabile.