Martedì 16 Aprile 2024

Milan e Inter, il gol è diventato un miraggio

Problemi in attacco per le milanesi, la testa è al campionato: Pioli verso lo spareggio in vetta col Napoli. Solidarietà all’Ucraina

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di Giulio Mola

Pochi brividi, rare emozioni, tanti errori. Il primo round della semifinale di Coppa Italia (ritorno il 20 aprile) termina senza vinti né vincitori. Forse lo 0-0 finale penalizza più il Milan (che almeno ha provato a vincere la gara) dell’Inter (il digiuno in zona gol si allunga a 403 minuti) ma il derby della Madonnina numero 232 della storia (il terzo della stagione dopo i due del campionato) resta fra i più deludenti del recente passato a conferma del momento di scarsa brillantezza delle due squadre impegnate nello sprint scudetto.

C’erano tanti vip in tribuna (compreso il ct dell’Italia Roberto Mancini), c’era aria di festa sugli spalti grazie ad una cornice di pubblico finalmente degna (56mila presenti con le riaperture al 75%). Ma non sono mancati gesti toccanti e commozione che hanno unito cuori e tifoserie al di là delle coreografie di parte: lo stadio si è colorato di giallo e azzurro, sventolavano migliaia di bandierine dell’Ucraina e nel riscaldamento pre partita i giocatori del Milan indossavano T-shirt bianche con la scritta “pace”. Oltre agli effetti cromatici, il videomessaggio da brividi di Andriy Shevchenko comparso sul tabellone: "Fermate la guerra". Poi la sfida.

Rossoneri ancora senza Ibrahimovic, con Kessie al posto di Tonali e Saelemaekers preferito a Messias. Nerazzurri in formazione tipo. Ma la chiave del match, sin dai primi minuti, è stata la grande pressione su Brozovic da parte di Krunic: perché se è vero che i nerazzurri avevano più possesso palla nel tentativo di cercare Dzeko o l’impalpabile Lautaro, il croato non riusciva a giocare e quando veniva attaccato erano guai. Tant’è che la prima occasione capitava sui piedi di Saelemaekers (9’) proprio per un pasticcio di Brozo al limite: bravo Handanovic a respingere, più fortunato lo sloveno un minuto dopo quando Theo calciava a lato da ottima posizione. Prime fiammate nerazzurre con Dzeko e Bastoni dopo venti minuti ed è proprio da sinistra che gli uomini di Inzaghi cercavano di sfondare (bel duello Perisic-Florenzi). Quando Pioli (25’) ha perso Romagnoli (risentimento all’adduttore), uno dei migliori fino a quel momento, il Milan non si è abbattuto, anzi ha reagito. Con qualità nelle ripartenze (Leao) e un pizzico d’imprecisione al momento di concludere (Krunic). Tanta intensità, ma pure tanto disordine prima del giro di boa, un po’ come l’avvio della ripresa quando prima Leao impensieriva Handanovic, poi Skriniar “abbracciava“ Giroud rischiando il rigore e infine Saelemaekers tirava male in piena area. L’Inter barcollava, ma il Milan non ne approfittava. Gli ingressi di Vidal, Sanchez, Correa e il debutto di Gosens da una parte, Rebic, Messias e Diaz dall’altra servivano a movimentare il finale del match ma non schiodavano lo 0-0. Ora testa al campionato. Per vincere scudetto (e coppa) serve molto di più.