Mercoledì 24 Aprile 2024

Milan che cuore, effetto Ibra per la vetta

Sotto di due gol col Verona, il Diavolo ribalta tutto nella ripresa con Giroud e un grande Leao. L’autogol di Gunter decide il match

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di Luca Talotta

La paura, di solito, si dice faccia 90. Ieri sera, invece, è stato il numero 244 quello che ha accompagnato il Milan per tutta la sfida contro il Verona. Come i giorni trascorsi dal 14 febbraio 2021, vale a dire l’ultima volta che il Milan si è ritrovato primo in classifica in solitaria. Certo, oggi il Napoli avrà la possibilità di riprendersi la leadership, ma quello mandato ieri sera dai rossoneri è un messaggio forte al campionato. Che quello di ieri sera non fosse il migliore Milan in assoluto era chiaro: Tatarusanu, Ballo-Touré e Maldini non hanno lo stesso spessore tecnico di Maignan, Theo Hernandez e Brahim Diaz, ma di certo da loro ci si sarebbe aspettato qualcosa in più.

La classica voglia di sfruttare l’occasione avuta magari, per poter mettere in difficoltà il tecnico anche nelle scelte future. E se per Tatarusanu il giudizio può rimanere sospeso, per gli altri due la bocciatura è totale: Ballo-Touré non è Theo Hernandez e si vede, per Maldini le attenuanti possono anche esserci (la prima a San Siro da titolare, il cognome importante da onorare, il dover sostituire uno dei migliori giocatori della rosa) ma quel gol all’esordio a La Spezia, forse, aveva alzato troppo l’asticella su un 2001 che deve ancora dimostrare tutto. A tradire il tecnico, però, è stata soprattutto la zona centrale della difesa, composta da Tomori e Romagnoli e la mediana, con Kessie e Bennacer totalmente annullati dalle due marcature a uomo di Barak e Caprari. Era da novembre 2020 che il Milan non subiva due gol nel primo tempo in una partita di Serie A, anche in quel caso fu contro il Verona. Ma lì finì 2-2. Senza Diaz, Theo Hernandez e Leao per il Milan è zero creatività e non sarà un caso se gli ingressi del portoghese (soprattutto), Krunic e Castillejo ad inizio ripresa, giocatori che conoscono i dettami di Pioli a memoria, abbiano ridestato il Diavolo dopo 45 minuti di apatia.

Il portoghese ha messo in campo strappi, accelerazioni e soprattutto un cross al bacio per Giroud, il primo arrivato pulito sulla testa del francese alla sua terza marcatura a San Siro nelle prime due gare (come lui Bierhoff, Pato, Balotelli e Bacca); in sostanza tutto quello che era mancato al Milan. E poi il lusitano si è reso protagonista anche del tocco felpato che ha liberato in area Castillejo, chiuso a sandwich da due difensori: dal dischetto il 2-2 è di Kessie.

L’immediato ingresso in campo di Ibrahimovic, poi, ha dato indirettamente nuova linfa vitale ai rossoneri; anche se, si sa, per vincere serve anche fortuna. Come quella che, un minuto dopo, vedeva protagonista Castillejo (ancora lui), sul cui cross Gunter sbagliava porta per la più comica delle autoreti. Pioli vince, ancora; e lo fa con un Milan incerottato, che già si presentava senza sette giocatori e, nel corso della gara, perdeva anche Rebic per distorsione alla caviglia; e pescando i jolly dalla panchina, con tre cambi perfetti. Ora testa e gambe subito al Porto: martedì c’è da mantenere viva la fiammella della Champions League.