Mondiali Cortina, Marta Bassino: "Mi faccio in 4 per il top"

"Gigante, superG, parallelo e combinata: pronta a giocarmela"

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La forza della leggerezza. E dei nervi distesi. Se "only the brave" è il motto di Sofia Goggia, il cerbiatto di Borgo San Dalmazzo, al secolo Marta Bassino, dominatrice in stagione dello slalom gigante con 4 vittorie su 6 gare, sembra più adatta a una perla dal repertorio di Franco Battiato, tipo "voglio vederti danzare", per la delicatezza della sua sciata. Il resto lo fa il suo carattere, semplice anche se schietto, e quella capacità di non sentire particolarmente la pressione al cancelletto di partenza, tipica delle fuoriclasse.

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Marta, a Kranjska Gora, dopo la doppia vittoria tra le porte larghe, non riusciva più a parlare dalla gioia...

"Sì e mi sono stupita da sola, nel senso che mi sono proprio lasciata travolgere dalle emozioni, perché è stato un accumulo di tutto, a partire dal fatto di aver vinto il giorno prima. E’ come se non l’avessi nemmeno realizzato in realtà, in quanto dovevo pensare per forza alla gara successiva. Quando poi ho tagliato il traguardo e poi ho capito di aver trionfato anche nella seconda competizione, oltretutto su una pista difficile, con condizioni estreme, mi ha travolto tutto. Mi dicevo ”ma il cuore reggerà a tutto questo?”. Mai sentito sensazioni così forti".

E adesso arriva l’appuntamento clou della stagione. Aspettative altissime. Come vede il gigante sull’Olympia delle Tofane?

"Noi abbiamo fatto allenamento lì, ma in due tranche, anche perché sarà una gara abbastanza lunga e non troppo ripida, sì, diciamo tutta da ”spingere”. Guardando alle avversarie, una come Vlhova, se arriva a posto, può fare davvero la differenza, su un pendio così; ma anche Brignone, se le gira bene. Quanto a Shiffrin, non ho capito quest’anno quale sia il suo vero valore, forse le mancano "chilometri sulla neve", e probabilmente non si sente ancora al top. Ma ovviamente resta una fuoriclasse. C’è poi una Gisin in piena forma. In combinata so di avere delle chances se faccio un buon superG, anche perché in slalom sono migliorata. Nel superG ‘singolo’ sarà più difficile, mentre devo dire che sul parallelo conto tanto, anche perché a me è sempre piaciuto!".

L’Olympia delle Tofane, storicamente, è una pista adatta ad atlete con caratteristiche diverse dalle sue. Concorda?

"Forse sì. E certo, a vedere come sta sciando una Gut in questo momento, pensi ”in fondo le medaglie sono solo tre”, non per tutte, quindi. E poi a Cortina lei è sempre andata benissimo. Ma in fondo dobbiamo ancora sciare, no?".

Lo slalom sarà la chiave di volta per la Coppa del Mondo, in futuro?

"La mia idea è che lo slalom vada allenato e portato avanti a lungo. Se in una stagione decidessi di non fare velocità, per dire, ma solo gigante e slalom, probabilmente potrei arrivare ad alti livelli anche lì, ma facendo tutte le discipline bisogna togliere qualcosa all’allenamento. Il gigante mi viene naturale e lo slalom no, per me necessita più tempo. Bisogna entrare in quel ritmo e capire bene come funziona. Per il futuro, comunque, non escludo nulla".

Si è parlato tanto della dinamica legata all’incidente di Sofia Goggia. Forse troppo?

"Io credo sia la prima volta che capita una cosa del genere. E mi ha fatto tanto riflettere: d’ora in poi non dovrò sottovalutare mai più una discesa, di qualsiasi tipo. Chiaro, dopo due ore e mezza che ci hanno tenuto lì a mollo, a Garmisch, ad aspettare una gara mai fatta, poi ti fiondi giù a tutta, parti con lo zaino, magari gli sci in spalla, sovrappensiero perché è una cosa che fai sempre e invece... bisogna fare attenzione, perché sono quelle cavolate che poi finiscono, incredibilmente, per creare un danno. La neve era marcia, non riuscivi a curvare, ma, lo sapete, noi ci fidiamo di noi stesse… Mi dispiace tantissimo per Sofia: io l’avevo vista serena come mai, prima dei Mondiali. A me sembrava un incubo tutta quella situazione, ho pensato ”adesso ci svegliano”. E invece no. Ma lei è forte tornerà, com’era".