Venerdì 19 Aprile 2024

Messi sbaglia vestito, Mbappé dribbla Macron

Leo si è lasciato avvolgere nell’abito cerimoniale del Qatar suscitando polemiche, Kylian ha allontanato il Premier troppo insistente

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di Doriano Rabotti

Se i simboli contano, e nel calcio e nella politica contano parecchio, si fa presto a capire perché l’abbigliamento di Leo Messi al momento di alzare la Coppa del Mondo sia finito nell’occhio del ciclone. Perché quella mantellina nera velata abbia scatenato le proteste di tutti coloro che, a ragione, ci hanno visto un’operazione di marketing ben chiara voluta dagli organizzatori del mondiale qatariota. Dal punto di vista iconografico, Messi vestito da arabo con il trofeo in mano è un’immagine che da sola rischia di zittire le tante parole critiche spese intorno al mondiale più contestato di sempre sul piano politico. Anche se a volte i manifesti pubblicitari possono anche rivelarsi un boomerang.

Ovviamente sono scesi subito in campo i praticanti dello sport più diffuso nel millennio dei social, i giudici in servizio permanente effettivo. Tutti sicuri del modo in cui si sarebbero comportati al posto di Messi, anche se nessuno di noi è Messi, nessuno di noi ha alzato quella coppa inseguita per una vita, nessuno di noi si è trovato a decidere se accettare di farsi vestire in quel modo dal proprio...datore di lavoro, visto che l’emiro del Qatar, come sanno ormai anche i sassi, è incidentalmente anche il proprietario del Paris Saint-Germain.

I critici hanno usato anche un’altra arma dialettica, basata però su una notizia falsa: "Maradona non si sarebbe mai vestito da arabo per soldi". Quando è facilissimo trovare in rete foto di Diego addirittura col turbante, perché a fine carriera andò ad allenare negli Emirati Arabi, prima l’Al Wasl e poi il Fujairah.

In realtà il vero punto è un altro, e riporta Messi all’eterno confronto con Diego. Ma anche con tutti quelli che un gesto l’hanno fatto, nel momento cruciale della vita, tipo il suo predecessore Mario Kempes che nel 1978 si rifiutò di stringere la mano a Videla dopo aver vinto il primo mondiale dell’Albiceleste...

Il fatto è che Messi accettando dall’emiro Tamim bin Hamad al-Thani il ’bisht’, la veste da celebrazione qatariota (domenica il paese festeggiava anche la sua indipendenza), in realtà è come se si fosse messo la tuta della Fifa, sopra la maglia dell’Argentina. E questo è un dettaglio non da poco, nel contesto storico di un mondiale iniziato tra le polemiche e finito anche peggio, da questo punto di vista. Leo ha messo la divisa dei potenti, Diego era amato dal popolo.

La cosa incredibile è che anche nel dopogara si è ripetuto il duello a distanza con Kylian Mbappé, anche sul piano delle immagini simboliche. Perché mentre gli emiri si prendevano il re del mondo per trasformarlo nel simbolo del loro successo, il presidente della Francia veniva dribblato dal suo asso più famoso, come fosse un difensore qualsiasi. Per tre volte Emmanuel Macron, molto attivo nel far vedere anche via social che era presente a Doha, è andato a cercare di consolare il campione francese. Sempre in favore di fotografi e telecamere, ovviamente: col risultato di essere ignorato bellamente da Mbappé durante un’intervista, e di essere quasi allontanato al terzo tentativo di finire nella stessa inquadratura, dopo quelli riusciti quando Kylian era a terra e a consolarlo si è presentato anche il portiere dell’Argentina.

Uno finisce nella foto sbagliata, l’altro cerca di uscirne (e ieri ha postato ’Torneremo’): comunque vada, la finale mondiale è sempre Messi contro Mbappé...