Giovedì 18 Aprile 2024

Meno scenate e regole chiare

Leo Turrini

Sarà bene prenderne atto. Tutti, in fretta e possibilmente senza isterismi in stile Djokovic. In breve: anche questo campionato di serie A, il terzo consecutivo, sarà condizionato dal Covid. Meglio ancora: lo è già. Aggiungo sommessamente che è appunto un film già visto. E non ci sono colpevoli da additare al pubblico ludibrio, anche se in Italia siamo notoriamente bravissimi nell’esercizio.

Ricordate? Nel 2020, con recuperi a raffica in piena estate, vinse la malinconica Juventus di Sarri. Nel 2021 dentro stadi rigorosamente deserti dominò l’Inter di Antonio Conte. Questa volta, chissà.

Nel caos di un calendario stravolto dai rinvii obbligati, paradossalmente proprio il calcio potrebbe trasformarsi in un modello di consapevolezza. Al netto di competenze spezzettate, decisioni contraddittorie e sospetti da avanspettacolo.

Mi spiego. Questo è il tempo che ci è dato vivere, il tempo della pandemia, e purtroppo non da oggi. A tutti noi piacerebbe riconquistare la normalità perduta ormai più di settecento giorni fa. Dovremmo però aver capito che non sta dietro l’angolo, il ritorno alle abitudini pre virus. E questo vale anche per il calcio e per tutto lo sport e in tutti i Paesi.

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