Venerdì 19 Aprile 2024

Meno moviole e più umanità

Paolo Franci

Ci mancherebbe: il Milan ha tutte le ragioni del mondo. Anche se poi l’errore di Marco Serra non avrebbe dovuto essere decisivo. Il Milan doveva chiuderla prima. Diciamolo no? Però nel calcio di ’Io robot’, nel quale l’uomo si scansa inesorabilmente un po’ più in là per fare posto a macchine, monitor e linee virtuali, teniamoci stretto quell’affresco di umanità. Video killed the whistle star, il video sta uccidendo le star del fischietto, ormai è chiaro. Inevitabile. Tra un po’ non ci saranno più gli arbitri. Magari ci sarà un drone con l’occhio che cambia colore: rosso, giallo, verde. Infallibile e noioso. E allora, a maggior ragione salviamo quell’uomo che si rende conto di averla fatta grossa al punto da alzare le braccia e scusarsi. Quell’uomo con la disgrazia talmente dipinta sul volto da indurre un bulldog come Rebic a coccolarlo e prendergli il volto tra le mani. Ecco un altro tabù meravigliosamente sfatato: chi tocca l’arbitro - da Totti a Borja Valero - muore. Cioè becca il rosso. Non con Serra, perché l’uomo che consola l’uomo in un campo di calcio, in mezzo alla strada o sulla vetta di una montagna, è sempre una bella storia. Da raccontare, difendere e riporre nel portafoglio dei ricordi. Ha pianto Serra, con Ibra a consolarlo. E ha chiesto scusa al mondo, non solo quello rossonero, Due cose che le macchine e i video non potranno fare mai. Mai.