Max, un titolo tra i veleni

Leo Turrini

Domenica mattina Max Verstappen può confermarsi matematicamente campione del mondo di Formula Uno. Su un palcoscenico unico: a Suzuka, nella luce pallida del Giappone, hanno scritto pagine di Storia dei motori personaggi leggendari come Ayrton Senna e Michael Schumacher.

Ovviamente è ancora un po’ presto per accostare l’olandese volante al brasiliano e al tedesco. Ma la stoffa è la stessa: raramente ho visto in circolazione piloti in possesso dello stesso istinto per la velocità.

È davvero un peccato, allora, che la probabile consacrazione di Super Max sia accompagnata da un insopportabile rumore di fondo. Dal tam tam delle allusioni che vogliono la Red Bull, la scuderia di Verstappen, in odor di…scomunica per presunte violazioni finanziarie.

La federazione internazionale dell’automobilismo ha promesso per lunedì un report dettagliato su eventuali sforamenti ai limiti di spesa sui bilanci 2021.

È ben difficile appassionarsi a simili questioni! Beninteso i competitor dei Bibitari, Mercedes e Ferrari in primis, hanno tutto il diritto e persino il dovere di pretendere chiarezza, ci mancherebbe. Ma è un po’ troppo immaginare che i tifosi siano attratti da dispute contabili.

Al popolo interessano i sorpassi, non le elucubrazioni da commercialisti (lo scrivo con tutto il rispetto per i commercialisti, eh).

In questo momento, Max Verstappen è il miglior driver sulla faccia della terra. Tutto qui.