Venerdì 19 Aprile 2024

Matteo provaci: è la notte del grande Djoko

Alle 2.15 Berrettini affronta Nole che insegue il Grande Slam: il romano può farcela, dopo aver assaporato l’impresa a Wimbledon

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Paolo Franci

Il rispetto di Nole per il suo avversario è sintetizzato nel modo in cui lo definisce: "Lui è un martello, un duro. E’ il terzo Slam di fila contro di lui". già questa è una medaglia. Eh sì, Matteo Berrettini si è regalato la rivincita più attesa con The Djoker, sfidandolo nei quarti degli Us Open. Una partita straordinariamente densa di significato e non solo perchè è il remake della finale di Wimbledon. Di sicuro, è il confronto più nobile del tabellone, con il numero uno al mondo che affronta il numero 7 della classifica - con la vittoria su Otte Matteo sale di un gradino nel ranking Atp - e dunque unico match tra top ten dei quarti di finale. E, pensate, non è certo questo il motivo clou, perchè The Djoker Djokovic punta dritto a scolpire il proprio nome nella leggenda: dovesse vincere gli Us Open centrerebbe quel Grande Slam che a livello maschile – tra le donne, nel 1988 è riuscito a Steffi Graf - manca dai favolosi ‘sixties’, gli anni ‘60. E, aspetto non trascurabile, con 21 successi negli Slam staccherebbe Rafa e Roger fermi a 20.

Fino ad oggi gli unici tennisti in grado di centrare uno Slam sono stati Don Budge nel 1938 e due volte Rod Laver, nel 1962 da dilettante e nel ‘69, la prima vera stagione intera di tennis open. Era però un altro mondo, nel quale le superfici erano due (erba e terra) la concorrenza non era così livellata e agguerrita, i ritmi del calendario imparagonabili e la classe e il talento erano il fattore se non unico, certamente preponderante rispetto all’atletismo emerso nei decenni successivi. Senza dimenticare l’incidenza dei materiali che oggi fanno viaggiare la palla alla velocità di una F1.

Se per Nole si tratta di fare un altro passo verso la leggenda per Matteo è la terza volta consecutiva in cui raggiunge i quarti in un torneo Slam, il che sta a significare quanto sia cresciuto dal punto di vista dell’adattabilità alle diverse superfici, oltre che da quello della tenuta nervosa. Negli ottavi, ha dovuto attingere a piene mai a quest’ultima per piegare il sorprendente Oscar Otte, tedesco in stato di grazia che ha messo a dura prova il tennis di Matteo. Otte, dopo aver perso il primo set, ha dominato nel secondo ma nel corso del match, cadendo, si è procurato un infortunio alla mano che ne ha pregiudicato il rendimento in modo decisivo. Sportivissimo, il tedesco ha deciso di non ritirarsi e di onorare l’impegno fino in fondo. E qui, abbiamo assistito a una delle pagine più belle del torneo, quando Matteo lo ha applaudito a scena aperta a fine incontro, chiamando ripetutamente il pubblico ad acclamarne la sportività. Uno straordinario gesto di fair play.

Di sicuro, Matteo avrà il pubblico dalla sua, considerando che Nole a New York non è amatissimo, tuttaltro. "Lui è il più forte di tutti però l’ho già messo in difficoltà e la fiducia c’è. Voglio fare in modo che il mio Us Open non finisca qui". Il Martello ci crede, si carica, spinge se stesso: "Dal punto di vista mentale penso di aver fatto uno scatto e cioè credere di più in quello che so fare e di poterlo battere". Medvedev è il primo semifinalista degli open dopo aver battuto Van De Zandschulp (6-3, 6-0, 4-6, 7-5) e aspetta il vincente del match tra l’astro nascente del tennis mondiale Carlos Alcaraz e Auger-Aliassime (hanno giocato nella notte ndr), poi Zverev-Harris, mentre il quarto tra Berrettini e Djokovic è in programma questa notte, ora italiana, alle 02,15.