Venerdì 19 Aprile 2024

Mafia, colpo alla rete di Messina Denaro: 12 arresti

Coinvolto nell'indagine anche il re dell'eolico Vito Nicastri. "Finanziavano la latitanza del super boss"

L'identikit del boss latitante Matteo Messina Denaro (Ansa)

L'identikit del boss latitante Matteo Messina Denaro (Ansa)

Palermo, 13 marzo 2018 - Duro colpo alla rete di presunti fiancheggiatori del super boss di Cosa nostra Matteo Messina Denaro. I vertici di due famiglie mafiose che avrebbero finanziato la latitanza del numero 1 di Cosa Nostra sono stati decapitati con un'operazione dei carabinieri del Nucleo Investigativo di Trapani e del Ros insieme a personale della Dia, che ha portato a 12 arresti. Tra gli arrestati, secondo quanto riferisce Repubblica, ci sarebbe anche l'imprenditore Vito Nicastri, il re degli impianti eolici nel centro-sud. Dalle prime luci dell'alba è scattata una vasta operazione con oltre 100 uomini per dare esecuzione alle 12 ordinanze di custodia cautelare in carcere emesse dal Gip del Tribunale di Palermo, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia della locale Procura della Repubblica. Gli arrestati sono ritenuti responsabili, a vario titolo, di associazione a delinquere di stampo mafioso, estorsione e favoreggiamento nonché fittizia intestazione di beni tutti reati aggravati dalle modalità mafiose.

L'operazione ha permesso di individuare i nuovi colonnelli del boss Messina Denaro sul territorio - i capi delle famiglie di Vita e Salemi - ma anche altri gregari, piccoli e grandi, che finanziano e proteggono la sua latitanza. Gli arresti sono il frutto di un'inchiesta scattata nell'aprile del 2014 sotto il coordinamento della Dda di Palermo, che ha consentito di accertare una serie di condotte criminose di esponenti delle famiglie mafiose di Vita e Salemi. Gli arrestati, servendosi anche di professionisti nell'ambito di consulenze agricole e immobiliari, erano riusciti a realizzare investimenti in colture innovative per la produzione di legname e in attività di ristorazione, attraverso società di fatto intestate a terzi. L'attività d'indagine svolta dagli inquirenti ha consentito di accertare che parte del denaro derivante dagli investimenti sarebbe stata destinata, dai vertici di cosa nostra trapanese, al mantenimento di Messina Denaro. Contestualmente sono stati posti in sequestro tre complessi aziendali, comprensivi dell'intero complesso immobiliare nonché dei relativi mezzi d'opera, fittiziamente intestate a terzi ma ritenute strumento per il perseguimento dei fini economici dell'organizzazione criminale. I dettagli dell'operazione saranno illustrati nel corso di una conferenza stampa che si terra' alle ore 10.30 presso il Comando Provinciale carabinieri di Trapani.