Martinez, da colpo dell’anno a rapper di Dio

Jackson top del mercato 2015: Galliani offrì 35 milioni ma lui per la Champions scelse il Cholo. Poi la Cina e ora scrive musiche religiose

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di Paolo Franci

C’è stato un momento in cui l’avrebbe ingaggiato mezzo mondo. Anche qui da noi. Benitez voleva portarlo al Napoli. La Roma c’è andata vicina e il Milan l’aveva in pugno, nel 2015. Eppoi, le immancabili spagnole, la Premier. E anche il ricchissimo Psg accarezzò l’idea di prendere Jackson Martinez, centravanti colombiano del Porto, una mitraglietta nei piedi e il fiuto del gol che neanche lo squalo bianco con una sardina ferita. Logico: impossibile non notare quel ragazzo alto e magro che nel Porto segna 92 reti in 136 partite e finisce sulle stelle, lassù dove tutti ti guardano e ti vogliono. Forse è da lì che è arrivata la folgorazione per chi religioso lo è sempre stato. E, forse, è quando i piedi iniziano a stonare che Jackson pensa per la prima volta a un futuro da cantante. Anzi da rapper cristiano. Eh sì, dal ritmo partita al ritmo nel sangue il passo e breve e mica c’è solo Daniel Osvaldo che ha smollato la palla per imbracciare una chitarra no?

D’altra parte, ha ragione chi dice che dalle stelle si può solo scendere. Perchè da quel triennio d’oro nel Porto iniziato nel 2012, sarà solo un rotolare giù. Il punto di rottura è proprio nel 2015. Adriano Galliani offre ai portoghesi 35 milioni, però Jackson vuole la Champions e al Milan arriverà Bacca. Per il ragazzo dell’86 di Quibdò è facile scegliere quando gli telefona il Cholo Simeone. In quel momento essere cholista è qualcosa di molto vicino agli dei del pallone e il guru colchonero sa come convincerlo: "Sei tu e soltanto tu l’erede di Diego Costa...".

Dalle righe verticali biancoazzurre a quelle biancorosse dell’altra Madrid il passo è semplice. Meraviglioso. Qui però, finisce la storia del ragazzo dai piedi a mitraglia e inizia quella di un uomo che si smarrisce per sempre. A Madrid va malissimo: 22 partite e lo straccio di 2 reti. La Nazionale lo molla e allora, che Cina sia. Il Guangzhou Evergrande lo paga 42 milioni e gliene versa sul conto 12,5 a stagione. Campionato facile, gol facile? Neanche per sogno: 4 reti in 16 partite e nel 2018 ritorna in Portogallo nel Portimonense, certo non il calcio d’elite. Segna 10 gol in 51 gare, ma il pallone è ormai dietro al microfono. Sì perchè tra un allenamento e l’altro il rapper di Cristo scrive sette tracce di hip hop cristiano e le pubblica con l’album ‘No Temeré’ che esce anche in inglese. Il dado, anzi, il microfono è tratto. Il ritmo dei gol scende e sale quello della musica. E che musica. Basta andare su Youtube per ascoltare, ad esempio, la sua ultima fatica ‘Eschucha’ (Ascolta), gran bel pezzo pubblicato il 20 ottobre - circa un mese prima, il 12 settembre pubblica Bendeciré Tu Nombre (Benedirò il tuo nome) - , video d’appeal e, ok, ogni volta che cambia scena cambia anche la maglietta dello sponsor tecnico perchè ‘business is business’ anche se l’hip hop è cristiano.

E Jackson Martinez, nella sua nuova vita alla Snoop Dogg - monumento del rap americano – riesce ancora a riempire uno stadio di 80mila persone. Cioè, prima lo faceva con la palla tra i piedi, adesso lo fa con le visualizzazioni di Youtube: 83.724 quando abbiamo cliccato noi del QS. E se Jackson s’è perso sui campi _ agli inizi di dicembre ha annunciato il ritiro dal calcio _ la fede cristiana gli è servita a scendere dalle stelle senza farsi male. Ora è sereno si gode la famiglia, predicando "la ricerca della semplicità nelle cose della vita" alle sue centinaia di migliaia di followers. Gli si può dare torto?