di Paolo Grilli
Dopo la delusione dell’Olimpico resta un profluvio di buoni propositi per Belfast, dove l’Italia dovrà brillare molto più di ieri per strappare il pass mondiale. Bonucci li riassume: "Con l’Irlanda del Nord (ieri vittoriosa per 1-0 sulla Lituania, ndr) faremo la partita che avremmo fatto anche vincendo con la Svizzera. È la nostra mentalità, giocare per vincere e andare al mondiale". Tutto incontestabile, salvo il non considerare l’ansia che ora intacca un gruppo che aveva fatto della leggerezza la propria forza. E l’obbligo di vittoria – per giunta larga – non può che indirizzare i ricordi alla sfida con la Svezia nel 2017, quella che dovevamo e potevamo vincere e che ci spedì invece nell’incubo.
"Jorginho è uno dei rigoristi. Se se la sentiva di tirare, è giusto che abbia calciato. Il primo tempo è stato un po’ sofferto e abbiamo fatto un po’ di fatica. Nel secondo tempo abbiamo fatto bene, è mancato il gol del 2-1 ma nel secondo tempo li abbiamo tenuti lì". Roberto Mancini fatica a vedere sempre il bicchiere mezzo pieno. E’ chiaro che questa Nazionale, anche per gli infortuni che però riguardavano pesantemente anche i nostri avversari, ha perso quel tocco magico che spianava ogni ostacolo. "Partiamo con un vantaggio che non è poco – sottolinea il ct –. Se noi facciamo una bella partita e facciamo i gol che non abbiamo fatto con la Svizzera...". Contro gli elvetici è servito Di Lorenzo. E’ bello pensare che la magia azzurra degli antieroi prosegua nello spirito che fu soprattutto di Paolo Rossi. Atleta e persona normale che si issò in cima al mondo con la forza del cuore. Campioni non di diritto, ma per carattere. Prendiamo il difensore a segno ieri. Chi poteva pensare a un suo gol fino al 36’? Eppure Giovanni è stato uno degli artefici del trionfo europeo, titolarissimo dopo l’acciacco di Florenzi. La sua è la qualità silenziosa che ha fatto le fortune di questa Nazionale. I lustrini e i proclami restano agli altri. Anche nel Napoli, il laterale si è guadagnato solo col tempo il posto fisso negli 11 negli ultimi due anni (e quattro anni fa giocava nel Matera, poi l’Empoli) E la squadra di Spalletti vola, con un avvio di campionato da record. Tutti aspettavano Belotti. E invece alle sue spalle è sbucato Di Lorenzo a insaccare, incurante anche di un colpo (involontario) inferto da Sommer in uscita. La determinazione che può tutto, ancora una volta. L’Italia dei trionfi non sarebbe nulla senza queste stelle comparse all’improvviso e provvidenziali. E a Belfast ne avremo ancora bisogno.