Giulio Mola   Un gol-capolavoro di Giacomo Raspadori regala all’incerottata ma brillante Italia di Mancini una bella e meritata vittoria (legittimata anche dai due legni colpiti da Scamacca e Di Marco) contro l’Inghilterra. Il pericolo di rotolare nella serie B della Nations League è scongiurato, gli azzurri salgono al secondo posto del girone, si giocheranno la vetta lunedì contro l’Ungheria e dimenticano i cinque gol presi a Stoccarda quando Donnarumma e soci furono presi a pallate dai tedeschi. Certo, 14 mesi fa certamente più gioiosa ed eccitante fu la partita dell’Italia a Londra, con il titolo europeo in palio: questo è un gruppo in emergenza, ma almeno si è rivisto l’orgoglio e la voglia di combattere dei leoni di Wembley. I rimpianti per il mondiale sfumato restano e aumentano, però Mancini finalmente può essere soddisfatto in attesa di ritrovare molti degli assenti. Sfumato in extremis l’annunciato ritorno di Immobile (contrattura al bicipite femorale), il ct rinunciava ad una delle poche certezze, ovvero alla linea difensiva a 4 optando per il 3-5-2 con la collaudata coppia Scamacca-Raspadori in attacco. Southgate, invece, rinunciava a Tomori al centro della difesa. Tanta energia nell’avvio dei Mancio-boys, se è vero che nei primi 5’ prima Raspadori minaccia gli inglesi e poi Pope si salva con l’aiuto della traversa su colpo di testa di Scamacca. La fiammata azzurra dura un quarto d’ora, poi iniziano a palleggiare gli inglesi. Lenti e macchinosi però, governati da pensieri disordinati quando si tratta di affondare. Tant’è che Donnarumma (pochi fischi per lui, per fortuna) sta a guardare perché di tiri in porta da parte di Kean (annullato da Bonucci), Sterling e Foden neppure l’ombra. Al contrario l’Italia riprende ad attaccare, con Di Marco inesauribile padrone della fascia. Ripresa più “movimentata”, con qualche amnesia azzurra (Toloi) che spiana le ripartenze di Kean e soci, svegliatisi dal torpore. Squadre più allungate, tant’è che l’Italia è pericolosa nelle ripartenze mentre Toloi sbroglia una situazione di pericolo su un bellissimo cross di Foden. Entrano Pobega e Gnonto e per qualche minuto gli azzurri schiacciano nella propria area gli avversari. Poi Raspadori (67’) illumina San Siro con una giocata spettacolare su lancio di Bonucci: stop di destro, dribbling su Walker e destro a giro imparabile per Pope. Vantaggio meritato e pubblico in delirio. Southgate rimischia le carte e l’Inghilterra reagisce rabbiosamente, con Donnarumma che mura Kane per due volte (31’). Gli ospiti si sbilanciano, si aprono praterie per il possibile 2-0 degli azzurri: prima Gabbiadini si fa ipnotizzare da Pope, poi Dimarco colpisce il palo. Nei lunghi 6’ di recupero c’è spazio anche per l’invasione solitaria di un tifoso prima del triplice fischio liberatorio di Manzano. E finalmente San Siro colorato d’azzurro dimentica altre notti nefaste e può esultare.

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Giulio Mola 

Un gol-capolavoro di Giacomo Raspadori regala all’incerottata ma brillante Italia di Mancini una bella e meritata vittoria (legittimata anche dai due legni colpiti da Scamacca e Di Marco) contro l’Inghilterra. Il pericolo di rotolare nella serie B della Nations League è scongiurato, gli azzurri salgono al secondo posto del girone, si giocheranno la vetta lunedì contro l’Ungheria e dimenticano i cinque gol presi a Stoccarda quando Donnarumma e soci furono presi a pallate dai tedeschi. Certo, 14 mesi fa certamente più gioiosa ed eccitante fu la partita dell’Italia a Londra, con il titolo europeo in palio: questo è un gruppo in emergenza, ma almeno si è rivisto l’orgoglio e la voglia di combattere dei leoni di Wembley. I rimpianti per il mondiale sfumato restano e aumentano, però Mancini finalmente può essere soddisfatto in attesa di ritrovare molti degli assenti.
Sfumato in extremis l’annunciato ritorno di Immobile (contrattura al bicipite femorale), il ct rinunciava ad una delle poche certezze, ovvero alla linea difensiva a 4 optando per il 3-5-2 con la collaudata coppia Scamacca-Raspadori in attacco. Southgate, invece, rinunciava a Tomori al centro della difesa.
Tanta energia nell’avvio dei Mancio-boys, se è vero che nei primi 5’ prima Raspadori minaccia gli inglesi e poi Pope si salva con l’aiuto della traversa su colpo di testa di Scamacca. La fiammata azzurra dura un quarto d’ora, poi iniziano a palleggiare gli inglesi. Lenti e macchinosi però, governati da pensieri disordinati quando si tratta di affondare. Tant’è che Donnarumma (pochi fischi per lui, per fortuna) sta a guardare perché di tiri in porta da parte di Kean (annullato da Bonucci), Sterling e Foden neppure l’ombra. Al contrario l’Italia riprende ad attaccare, con Di Marco inesauribile padrone della fascia.
Ripresa più “movimentata”, con qualche amnesia azzurra (Toloi) che spiana le ripartenze di Kean e soci, svegliatisi dal torpore. Squadre più allungate, tant’è che l’Italia è pericolosa nelle ripartenze mentre Toloi sbroglia una situazione di pericolo su un bellissimo cross di Foden. Entrano Pobega e Gnonto e per qualche minuto gli azzurri schiacciano nella propria area gli avversari. Poi Raspadori (67’) illumina San Siro con una giocata spettacolare su lancio di Bonucci: stop di destro, dribbling su Walker e destro a giro imparabile per Pope. Vantaggio meritato e pubblico in delirio. Southgate rimischia le carte e l’Inghilterra reagisce rabbiosamente, con Donnarumma che mura Kane per due volte (31’). Gli ospiti si sbilanciano, si aprono praterie per il possibile 2-0 degli azzurri: prima Gabbiadini si fa ipnotizzare da Pope, poi Dimarco colpisce il palo. Nei lunghi 6’ di recupero c’è spazio anche per l’invasione solitaria di un tifoso prima del triplice fischio liberatorio di Manzano. E finalmente San Siro colorato d’azzurro dimentica altre notti nefaste e può esultare.

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