Giovedì 25 Aprile 2024

Mamma Tatjana, che bella favola

Doriano Rabotti

Mentre Sinner sfiorava la laurea definitiva e si arrendeva a Djokovic dopo averlo costretto a chiedere l’aiuto del pubblico, da Wimbledon arrivava una bella storia di famiglia.

"Non è mai troppo tardi", potrebbe dire chi conosce l’eredità del maestro Manzi leggendo la storia della tedesca Tatjana Maria, arrivata per la prima volta in semifinale in un torneo major a un mese dai 35 anni e dopo aver vinto molto di più nella vita, mettendo al mondo due bambine: Charlotte ha 8 anni, Cecilia solo quindici mesi.

C’erano tutte e due, col papà-marito Charles-Edouard, ieri in tribuna a vedere mamma che batteva la connazionale Jule Niemeier 4-6, 6-2, 7-5.

Nella sua lunga e onesta carriera, Tatjana non aveva mai superato il terzo turno di un Major. L’ha fatto nel tempio dell’All England. Domani sarà durissima contro la tunisina Jabeur, ma intanto questa mamma tedesca ha già fatto un grande regalo al tennis, che ne ha bisogno.

Perché negli ultimi mesi dei risultati e delle prodezze tecniche si è parlato pochino, tra campioni no-vax e tennisti banditi solo per il loro passaporto, tra insulti e sputi e racchette spaccate, o piccoli trucchi da mestieranti come quello di Nadal contro Sonego.

Una donna che trova il punto più alto della sua carriera sotto gli occhi delle figlie è un bell’esempio di forza, caratteriale prima ancora che fisica.

E ne abbiamo tutti bisogno.