di Giulio Mola Sei giorni dopo sembra tutto ancora più bello. La serie A conquistata dopo una rincorsa estenuante, la pirotecnica festa promozione, l’orgoglio di un territorio (la Brianza) che si gode qualcosa di mai visto, la commozione per l’ennesimo successo ottenuto nella più che quarantennale carriera da dirigente. Dopo la tensione e lo stress accumulati nelle ultime settimane, per Adriano Galliani è la settimana della gioia. Lui e Silvio Berlusconi hanno compiuto l’ennesimo capolavoro calcistico trascinando i biancorossi per la prima volta ai vertici del calcio italiano. "Ho una felicità nel cuore incredibile. Sono monzese, ho avuto la buona sorte che mia mamma Annamaria mi portava a vedere il Monza da quando avevo sei anni, lei stessa sognava la A negli anni 50. Morì che ero adolescentee, perciò ora è una gioia indescrivibile. Perché è quel che ho desiderato nella mia vita. Ma non chiamiamolo sogno, il mio è un grande amore...". Ci racconta come ha vissuto queste giornate? "Domenica a Pisa avete visto tutti che partita epica è stata. Al triplice fischio non avevo neppure la forza per alzare le braccia. Pensi se avessimo perso, a quest’ora ero sotto un treno... (sorride). Il martedi abbiamo fatto festa fino a mezzanotte e poi via, a casa. La mattina successiva alle 9 ero al lavoro per strutturare il Monza che verrà per il campionato di serie A. Non dimenticate mai da dove veniamo, nel 2018 il Monza era in C. Per me occuparmi di Monza giorno e notte è un piacere infinito, delle vacanze non mi frega nulla. Metterò le mie capacità a disposizione per affrontare un altro sport. L’ho detto anche al presidente Berlusconi, la A è un’altra cosa..." Quanto le è mancato star lontano al grande calcio? "Credo di essere l’unico dirigente d’Europa che da capo azienda ha vinto la C, la B, ...
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