Giovedì 25 Aprile 2024

Maledizione Liverpool, la Brexit del Milan

Tomori illude il Diavolo, Salah risponde e nella ripresa Origi chiude il discorso: rossoneri quarti, fuori anche dall’Europa League

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di Giulio Mola

Sognare è stato bello ed eccitante, anche per soli lunghi otto minuti. Quelli in cui il Milan ha accarezzato la speranza di una incredibile qualificazione. Ma la gelida notte di Sant’Ambrogio non è amica dei rossoneri che dicono arrivederci all’Europa dopo novanta e più minuti in cui si è passati da una splendida illusione alla grande delusione. Serviva un’impresa. E forse neppure sarebbe bastata, perché bisognava attendere il verdetto di Porto-Atletico Madrid ma contro il Liverpool (la squadra che colleziona in bacheca 63 trofei) la partita è durata meno di un’ora: la lunga fase di studio, il provvisorio vantaggio di Tomori, fino alle disattenzioni difensive dei rossoneri che hanno spalancato la porta del gol a Salah e Origi lanciando i cannibali inglesi verso il sesto successo in sei partite.

Tanti saluti alla Champions (promosso l’Atletico con gli uomini di Klopp), ma pure all’Europa League e ai 18 milioni che sarebbero entrati nelle casse in caso di qualificazione.

Resta la bolgia di San Siro, il calore dei tifosi (58.863 presenti, incasso record di quasi 5 milioni di euro), l’entusiasmo come nelle vecchie serate di Champions prima dei sette anni di buio. Ed una prestazione più diligente che coraggiosa. Ecco, se c’è un appunto che si può fare a questo Milan decimato dalle assenze (quanto hanno pesato quelle di Leao e Rebic in avanti...), è stato il fatto di aver osato poco quando tutto sommato non c’era tanto da perdere. Forse perché la squadra era più preoccupata del possesso palla degli avversari che a proporsi sulle fasce, pensava più contenere Salah e Manè. E alla fine è arrivata una sconfitta che punisce eccessivamente i rossoneri che nel finale hanno sfiorato il 2-2 (soprattutto con Kessie).

Pioli aveva preparato la gara nei minimi dettagli, perché erano quelli, secondo l’allenatore, che potevano fare la differenza "contro la squadra più forte del mondo". Non aveva messo in conto un paio di disattenzioni difensive che però non possono ridimensionare quanto di buono costruito nella prima metà della stagione. Vero, il quarto posto nel girone fa male, ma ora bisognerà subito voltare pagina e mettere decisamente nel mirino lo scudetto. Mai come quest’anno alla portata dei rossoneri. A patto che la buona sorte dia una mano all’allenatore costretto ieri sera ad un turnover che lo ha penalizzato in tutti i reparti. Anche Klopp (al suo debutto a San Siro) ha fatto ruotare i giocatori viste le assenze di Van Dijk, Firmino, Thiago e qualche altro titolare. Ma quella dei Reds è ormai una macchina perfetta, a prescindere da chi scende in campo. Lo si è capito dopo il provvisorio vantaggio di Tomori al 28’: il Liverpool ha reagito subito, ha pareggiato con Salah sfruttando un’amnesia generale dei rossoneri e non ha smesso di spingere sull’acceleratore nella ripresa. Il gol di Origi, dopo erroraccio dello stesso Tomori, ha chiuso il match proprio mentre l’Atletico Madrid prendeva il largo in Portogallo. Si esce senza rimpianti. E a testa alta. Tra gli applausi di San Siro.