Maldini ai saluti unica nota stonata

Nella notte della grande impresa le sue parole gelano tutti: "Non so se resto". Un ruolo da vicepresidente?

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Riprogrammare, lasciarsi e rifondare totalmente o portare avanti una rivoluzione a metà ancorandosi ai capisaldi rossoneri? Il dilemma in casa Milan sembra aver trovato la sua soluzione nella prima ipotesi: addio a Paolo Maldini e Ralf Rangnick futuro direttore tecnico e allenatore per i prossimi tre anni. Manca l’annuncio ufficiale, che avverrà a stagione terminata, ma la dirigenza ha deciso e ha già comunicato la sua linea all’ex bandiera rossonera che è dunque pronto a fare le valigie: settimana scorsa l’ad Ivan Gazidis ha comunicato a Maldini l’arrivo del supervisore dell’area tecnica della Redbull con pieni poteri. Il dirigente sudafricano avrebbe proposto all’attuale dt di restare con un ruolo diverso (si è parlato anche di vicepresidenza) con compiti più istituzionali, una soluzione che ha trovato il gradimento di Rangnick ma che non esalta l’ex capitano, molto più avvezzo ad essere più operativo che "ambasciatore", motivo per cui la pausa di riflessione chiesta è stata accettata anche se in via Aldo Rossi già si sta mettendo in conto la sua partenza. Poco prima del fischio d’inizio di ieri è stato lo stesso Maldini a chiarire: "Questa squadra ha già dimostrato che sente poco le distrazioni dall’esterno, non sono cose nuove, la dimostrazione di serietà di questo gruppo è di alto livello". Sul suo possibile ruolo di ambasciatore l’ex capitano glissa: "Io non so, voglio arrivare bene alla fine della stagione, abbiamo ancora un sacco di partite per raggiungere gli obiettivi prefissati e dopo decideremo il nostro futuro". La voglia di restare del dt però è chiara: "La volontà e il mio legame con il club non sono in discussione considerato che ho giocato tantissimi anni qui, ho avuto il papà capitano rossonero e ho un figlio che gioca al Milan. Io e Ivan Gazidis parliamo spesso ma non ci sono state situazioni definitive, si tende ad aspettare il finale di stagione". E Pioli? Nemmeno una chiusura di campionato stratosferica con tanto di obiettivo europeo raggiunto potrebbe bastare per confermarlo: Rangnick potrebbe anche decidere per il primo anno di occuparsi solo del ruolo dirigenziale ma la convivenza con il tecnico emiliano non sembra facile da gestire. Dopo il burrascoso addio di Boban, i saluti di un’altra bandiera potrebbero essere realtà a stretto giro: Rangnick non ha ancora parlato ma intanto progetta e mette le basi del suo futuro operato confermando nel suo staff il tedesco Almstadt e il francese Moncada, attuale capo degli scout rossoneri. E se Maldini potrebbe dunque andarsene non è ancora sicuro se Massara farà parte o meno del progetto.