Magia di Osimhen, Napoli è già una svolta

Vittoria pesantissima di Spalletti all’Olimpico: decide l’attaccante. Sono undici successi di fila: in scia resta solo il Diavolo

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di Paolo Franci

Spalletti re dell’Olimpico. Dal punto di vista del tifo romanista l’idea non evoca lampi della gloria che fu, ma una sorta di blasfemia. Eh sì, ripensando al ruvido duello tra Big Luciano e il più grande simbolo della storia giallorossa, Francesco Totti. Però Spalletti, anche se per una sola notte ma da sogno, è davvero il re. Perchè vincere a Roma è un master che può valere la corsa al trono più ambito e conta maledettamente in zona scudetto.

C’è tutto un mondo intorno a questa sfida. E non solo perchè la classifica più democratica degli ultimi anni regala il Sogno a un pullman di pretendenti. Al solo affacciarsi di Spalletti sul prato dell’Olimpico – dopo il commovente, ultimo saluto a Francesco Valdiserri, giovane tifoso della Roma investito da un’auto – il ruggito dell’Olimpico strapieno mixa verso una bordata di fischi che ridefinisce il concetto di decibel. La storia è arcinota e il coro assordante che inneggia a Totti riapre vecchie ferite. Big Luciano e Mou avevano detto alla vigilia di essere amici. E la mimica nell’incrociarsi in campo conferma che la questione di feeling tra i due è ormai cementata. Poi però ci sono le partite ed è chiaro che dopo la vittoria della Lazio a Bergamo, c’è da rispondere come si deve. Mou se l’è presa parecchio con chi miete il seme del difensivismo commentando il suo calcio. E ha ragione, perchè contro il Napoli presentandosi con Abraham, Pellegrini e Zaniolo là davanti, risponde al trio meraviglia spallettiano Lozano-Osimhen-Kvara. Diverso è il discorso delle occasioni: la Roma non centra mai la porta e lo score parla chiaro: 13 gol in 11 gare. Nel primo tempoMou se la gioca sul pressing, cercando di costruire una trappola. E cioè fa giocare palla molto bassa ai suoi per far salire il più possibile il Napoli nel tentativo di infiocinarlo di ripartenza. Il giochino riesce più di una volta, in particolare con Zaniolo, mentre il Napoli spaventa nei primissimi secondi. C’è il caso Var. Rui Patricio in area su Ndombele, Irrati fischia il rigore ma le immagini dicono no. Marcia indietro. La partita non offre grandissime occasioni, ma è bella per intensità, agonismo, velocità. Insomma, è Roma-Napoli. Nella ripresa, la Roma soffre, rischia di finire sotto in avvio. Mou toglie il pessimo Abraham giocandosi l’opzione Gallo Belotti e le squadre si allungano, sprecando un paio di chance ghiotte. Paga invece, la carta di Spalletti, Politano. E’ lui a lanciare in porta Osimhen che segna un gol pazzesco e di un’importanza enorme nel convincere il Napoli che, sì, è da scudetto eccome.