Venerdì 19 Aprile 2024

L’ultima impresa di ’Ingo’, Tomba lo porta in trionfo

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Era il 19 febbraio del 1989. Sul traguardo di Aspen, in Colorado, non fummo in tantissimi ad assistere dal vivo all’ultimo trionfo del più grande sciatore di tutti i tempi.

Ingemar Stenmark stava per compiere 33 anni. Aveva già annunciato che di lì a un mese si sarebbe ritirato. Ponendo fine ad una carriera leggendaria.

Partito da Tarnaby, cuore profondo della Svezia, Ingo era diventato l’eroe del Circo Bianco. Taciturno, ostile ai meccanismi della popolarità, si trasformava quando c’erano da dribblare porte e paletti. Nel 1974 aveva vinto la prima gara di Coppa, uno slalom a Madonna di Campiglio. Non si era più fermato.

Ma quel giorno ad Aspen nessuno di noi testimoni lo aspettava sul gradino più alto del podio. Il successo più recente era vecchio di quasi due anni. Stenmark si considerava un pre pensionato, anche un sopravvissuto: sulla ribalta si erano affacciati idoli nuovi. Come Alberto Tomba, come Marc Girardelli, come Pirmin Zurbriggen.

Eppure, accadde. Sulla neve dei miliardari americani, la neve dei Kennedy, Ingemar riafferrò il filo del talento. Con una prestazione degna del glorioso passato, si issò in testa alla classifica del gigante. E ci rimase.

Fu un momento commovente. I suoi colleghi e avversari, che lo avevano sempre visto come un maestro ineguagliabile, si radunarono in cerchio attorno a lui e lo portarono in trionfo, guidati da un Tomba particolarmente emozionato (Alberto bambino era cresciuto nel mito di Ingo).

Per lo svedese fu il successo numero 86 in Coppa (46 giganti e 40 slalom). Sembrava un primato inavvicinabile. Ma poi è arrivata Mikaela Shiffrin.

Leo Turrini