"Lukaku super, Juve ti mancherà De Ligt"

Serena, doppio ex: "Bianconeri più freschi, ma le tante assenze pesano. Conte ha più quadratura e una squadra molto diligente"

di Mattia Todisco

Il derby d’Italia lo ha vissuto con entrambe le maglie. La cerchia di chi c’è riuscito non è così ampia e si restringe ancora di più pensando a chi ha segnato sia in bianconero che in nerazzurro.

Aldo Serena fa parte dell’élite. Inter-Juventus cosa le ricorda?

"Tante sfide belle, interessanti, combattute. Con grande ardore. Sono partite fatte da grandissimi interpreti, da campioni. Io ho fatto gol con entrambe le maglie. Nella Juventus ricordo sempre che Boniperti ci dava una grande carica perché voleva fare bella figura a San Siro. All’Inter la partita era più un problema, si viveva con una certa tensione. In quegli anni le squadre erano di altissimo livello, come lo sono ora".

Come potrebbe svolgersi la partita?

"La Juventus gioca un calcio più offensivo dell’Inter, le manca però un equilibrio costante. Conte ha fatto una modifica nell’atteggiamento in campo, la squadra è prevalentemente brava a chiudersi e ripartire. Bisognerà capire quanto i bianconeri riusciranno a restare equilibrati e quanto l’Inter sarà brava a colpire in contropiede".

Cosa o chi potrà fare la differenza?

"Intanto le assenze. La Juventus ne ha almeno quattro di livello, l’Inter solo D’Ambrosio. Credo che in una sfida come questa, dovendo affrontare Lukaku, la mancanza di uno come De Ligt si possa sentire".

Lukaku-Ronaldo. Chi prende? "Si cade bene da ambo le parti. Hanno caratteristiche diverse, Ronaldo è più un giocatore che finalizza, gioca in funzione del gol. Difficilmente sbaglia le partite decisive. Lo ha dimostrato anche in Champions nella passata stagione, pur con una Juve sottotono. Sono gare in cui fa sempre il suo. Lukaku viene sollecitato di più, è più uomo squadra per il gioco dell’Inter. Non solo per i gol ma anche nella costruzione".

Cosa manca all’Inter per essere forte negli scontri diretti?

"La mia sensazione è che Pirlo abbia portato freschezza, leggerezza, dando un’idea di calcio con una libertà di espressione ai giocatori offensivi, vedi Chiesa o Kulusevski. Manca la quadratura generale. Dall’altra parte invece l’Inter non segue questo stesso atteggiamento, mi sembra una squadra che si applica molto, diligente, in cui tutti cercano di accontentare l’allenatore ma manca un po’ di libertà di agire e di vivere la partita con un pizzico di allegria, di desiderio di divertirsi in campo". Cosa significa Inter-Juventus a porte chiuse?

"Stiamo attraversando un periodo tremendo nella vita sociale e il calcio ci è dentro. Ci sono problemi enormi, di tutti i tipi, economici e per chi si ammala. Il calcio si è adattato, ma non c’è quello scambio di emotività tra calciatori e pubblico che è parte essenziale della partita. Sono match asettici, in partite come queste lo stimolo arriva proprio dalla presenza di pubblico. In generale avere o meno gli spalti pieni può fare la differenza per alcuni giocatori, c’è chi si esalta nella situazione e altri per i quali avviene il contrario. Inter-Juve di solito si gioca senza uno spazio libero sulle tribune, anche perché in Lombardia c’è una folta rappresentanza di tifosi bianconeri".

Sarebbe stato meglio per le due avversarie giocare dopo il Milan, invece che prima?

"Mancano troppe partite per fare questi discorsi. Si possono fare a primavera".