Lombardia e Puglia, terre dell’oro

E’ la provincia la vera ricchezza del nostro sport. Veneto, Emilia-Romagna, Lazio e Toscana al top

di Doriano Rabotti

E’ un gioco, come quelli che si facevano da bambini facendo girare il mappamondo e puntando il dito a caso su un paese. Ma l’analisi della geografia delle medaglie italiane può anche diventare un strumento utile per capire certe dinamiche, può essere lo specchio della capacità di reagire alle difficoltà. Oppure una ricompensa del destino: è chiaro che nessuna gioia sportiva potrà cancellare il dolore dei lutti, ma per quanto può fare lo sport, consola sapere che la Lombardia tanto colpita dal Covid è anche la regione che ha trainato il movimento a Tokyo.

La mappa del tesoro italiano, nel senso di medaglie d’oro, la vedete qui a fianco nel grafico. In realtà il conto che abbiamo fatto noi supera quota quaranta, perché sulla cartina politica dell’Italia, quella con i confini delle regioni per capirci, abbiamo provato a piantare le bandierine col colore delle medaglie. E considerando che molte di queste sono arrivate da coppie o quartetti, ecco spiegato perché il nostro conto fa un totale che supera le quaranta del medagliere ufficiale. Addirittura ce n’è una in più perché il quinto uomo del quattro senza, il ravennate Bruno Rosetti, ha avuto dal Cio la medaglia di bronzo vinta dai suoi compagni pur non avendo partecipato a causa del Covid. Quindi non vi sorprendete se sommando le medaglie otterrete una cifra diversa: in realtà sono 72 i dischi pesanti dei metalli pregiati che i nostri atleti si sono messi al collo, contando appunto anche Rosetti.

Dicevamo della Lombardia, la regione regina del medagliare italiano. Senza scomodare vecchie velleità secessioniste, va detto per onestà di statistica che se avessero gareggiato sotto l’egida della loro regione, i Lombardi alla crociata nipponica si sarebbero piazzati al quattordicesimo posto nel medagliere, con gli stessi ori del Canada, del Brasile, della Nuova Zelanda e davanti a Cuba, Ungheria, Corea del Sud, Polonia...

La Lombardia porta a casa sette medaglie d’oro (2 Jacobs, 1 Tortu, Desalu, Rodini, Cesarini e Consonni), quattro d’argento con Ferrari, Bordignon, Rizza e Nespoli e 8 bronzi (2 Burdisso e Martinenghi, uno per Boari, Ruta, Errigo e Isola).

Nel medagliere sarebbe arrivata benissimo anche la Puglia, ventottesima con tre ori (Stano, Palmisano e Dell’Aquila) e i 2 argenti di Samele, meglio di Serbia, Belgio e Bulgaria per fare un paragone.

Contando invece le medaglie totali, dietro la Lombardia ci sono il Veneto con 7 (oro di Lamon, argento di Ceccon e Frigo, bronzi di Ceccon, Viviani, Cipressa e Mogurean), a quota 6 l’Emilia di Paltrinieri (argento e bronzo), delle farfalle di bronzo Maurelli e Santandrea, del canottiere Rosetti e del cubano Conyedo che prima di approdare al gruppo sportivo dell’Esercito si allenava a Faenza. A 6 medaglie anche il Lazio (oro Banti, argento Berrè, bronzo Giuffrida, Lodo, Quadarella e Centofani), a 5 oltre alla Puglia ci sono la Sicilia (oro Busà, argento Garozzo, bronzo Fiamingo, Santuccio e Pizzolato) e la Campania (argento Curatoli, bronzo Di Costanzo, Vicino, Castaldo e Irma Testa). A 4 il Piemonte (oro Ganna, argento e bronzo Miressi, bronzo Longo Borghini), la Toscana (argento Zazzeri e Montano, bronzo Batini e Volpi), a 3 il Friuli (oro Milan, bronzi Zanni e Navarria), a 2 Umbria (argento Bacosi, bronzo Duranti) e Sardegna (oro Patta, bronzo Oppo), infine con una medaglia Marche (oro Tamberi), Molise (argento Centracchio), Trentino (oro Tita) e Liguria (bronzo Bottaro). A secco Abruzzo, Basilicata, Calabria e Val D’Aosta. Menzione speciale per San Marino: tre medaglie, come l’Argentina.

L’ultima curiosità riguarda i gruppi sportivi: su 40 medaglie, 20 sono state vinte dalle Fiamme Oro. Se fossero una nazione, i poliziotti atleti sarebbero arrivati diciassettesimi.