Lo show di “Tete“: oro da urlo per la storia

Martinenghi campione del mondo nei 100 rana, primo successo iridato di sempre in questo stile per gli azzurri. "Emozione allucinante"

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di Gianmario Bonzi

Tete sul tetto del mondo. Primo italiano di sempre a riuscirci nella rana, laddove avevano "fallito" (prendendosi però medaglie pesanti, sia chiaro) i vari Minervini, Fioravanti e Scozzoli, e primo azzurro, donne comprese, iridato in una specialità diversa dallo stile libero (e dai misti). Insomma, Nicolò Martinenghi da Azzate (Varese), 22 anni, già bronzo olimpico, predestinato da sempre in quanto atleta di talento e plurimedagliato d’oro a Europei e Mondiali giovanili, nuota la gara perfetta sotto ogni profilo, risucchia la concorrenza nella vasca di ritorno, approfitta dell’assenza del fenomeno Peaty (primo dal 2015 tra Mondiali, Europei e Olimpiadi) e si prende un oro fantastico nei 100 metri rana, timbrando anche il primato italiano (già suo), ritoccato di due centesimi fino a 58“26.

La sua prova, magistrale, è un inno alla tecnica, alla fiducia e alla distribuzione perfetta della sforzo: sui suoi ritmi ideali nei primi 50 metri, il varesino lascia sfogare l’americano Nic Fink a metà vasca, recupera progressivamente nella seconda, passa al comando agli 85 metri e poi sbarra la strada a ogni avversario, con la sua rana precisa, rapida ed efficace. Oro in 58“26, con Kamminga (Paesi Bassi), argento come ai Giochi (ma alla prima medaglia iridata), secondo in 58“62, Fink (USA) terzo in 58“65, passato nei secondi 50 metri in 31“51 contro il 30“87 di Martinenghi!

Meraviglioso e storico, Tete, settimo maschio azzurro sul trono mondiale dopo Lamberti, Rosolino, Boggiatto, Magnini, Detti e Paltrinieri, per il decimo oro maschile azzurro, 20esimo in totale, primo nella specialità più tecnica del nuoto, donne comprese. Non solo: Nicolò diventa il secondo ranista italiano dopo Domenico Fioravanti a salire sul podio sia ai Giochi sia ai Mondiali ed esattamente come l’illustre predecessore corona l’impresa in meno di un anno.

Potrà persino bissare sui 50 (batteria oggi, finale martedì), dove gli assenti illustri saranno tanti (Peaty, Silva, Shymanovich e Kamminga, che rinuncia alla gara breve per concentrarsi sui 200 rana). Freddo nell’esultanza, glaciale sul podio, Tete, che non si lascia andare facilmente alle emozioni, si dice persino leggermente dispiaciuto per non aver abbattuto lo storico muro dei 58": "E’ vero. Ma al mio allenatore prima della partenza avevo chiesto se fosse “gara da tempo o da vincere“, sentendomi rispondere senza esitazioni “da vincere!“– ammette –. Sono molto contento, chiaramente, anche se mi aspettavo qualcosa in meno a livello cronometrico. Per il resto è un’emozione allucinante. E’ una gara calcolata esattamente in tutto e per tutto. Sapevo che eravamo in tre sullo stesso livello e la testa, la concentrazione, la determinazione sono state risolutive per il successo. Era la mia prima finale individuale mondiale, sono riuscito a mettere la mano davanti ed è esaltante: la prima medaglia iridata per me è subito d’oro. Sono molto contento di aver messo in pratica tutto quello che ho imparato in questi anni".

Anche Sir Adam Peaty ne sarà contento, ha sempre speso parole di elogio per questo ragazzone semplice e guascone che in vasca si trasforma in atleta esemplare per comportamento e impegno. Martinenghi è premiato da una leggenda ungherese come il mistista Tamas Darnyi, imbattuto per due cicli olimpici con 4 ori tra Seoul 1988 e Barcellona 1992, altrettanti mondiali e 8 europei.

"Riuscire a gestire la finale – conclude – malgrado non sia nelle migliori condizioni, è stata una soddisfazione immensa. I risultati alle Olimpiadi, alle rassegne internazionali e in corta mi trasmettono sempre maggiore convinzione ed è bello essere considerato tra i protagonisti più attesi". Protagonista? Campione del mondo volevi dire...