Giovedì 25 Aprile 2024

L’Italia vola anche in mare: ecco il quinto oro

Ruggero Tita e Caterina Banti trionfano nel Nacra 17: primo successo misto nella storia azzurra. Della Sensini l’ultima impresa 21 anni fa

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dall’inviato Leo Turrini

Non ci stiamo facendo mancare proprio niente, noi italiani in gita olimpica qui in Giappone. Mai l’Italia prima d’ora aveva conquistato l’oro con una squadra formata da un uomo e una donna alle Olimpiadi. Ci sono riusciti ieri Ruggero Tita e Caterina Banti, riportando in Italia un titolo che ci mancava dal 2000 con Alessandra Sensini.

Siamo o non siamo, anche, un popolo di navigatori? E dunque ci siamo presi l’oro misto, maschio e femmina, a bordo di un catamarano, una imbarcazione che sembra uscita da un “manga”, che sarebbe poi un fumetto Made in Japan. Insomma, Ruggero Tita e Caterina Banti volavano letteralmente sulle acque, lui al timone e lei a prora, coppia marinaretta perfetta e già che ci sono scrivo subito che non sono partner anche nella vita quotidiana, così i cultori del gossip sono contenti e posso andare avanti.

NO COVID. Volavano, anche alla faccia della pandemia. In tempi di lock down duro, li abbiamo visti, Ruggero e Caterina, inventarsi improbabili esercizi su tetti e terrazze, continuando a studiare gli umori dell’aria, i refoli di Eolo, gli scherzi del meteo.

Si vince pure così, una Olimpiade.

MARE NOSTRUM. Avanti, allora. A favor di vento, quinta medaglia d’oro Azzurra, se non ricordo male ventinovesima in totale. Siamo santi, poeti e soprattutto navigatori e infine in questa estate ci siamo abituati a toglierci spesso uno sfizio.

Che sfizio? In breve, non amiamo gli amichetti della Brexit. Si era visto agli Europei di calcio e con il catamarano la storia si è ripetuta. Ultima regata, solo un duo britannico poteva ancora disturbare il sogno Ruggero e Caterina.

Solo che ai nostri bastava giusto marcare l’avversario sulle onde, un cinico qui citerebbe Bonucci e Chiellini, ad ogni modo God save The Queen purché sia chiaro che l’oro ce lo teniamo stretto noi.

SEI LINGUE. E adesso facciamoci un viaggio tra le biografie di lei e di lui. Perché in mare non di rado ci si imbatte in figure piacevolmente interessanti.

Nel caso di Caterina, l’incrocio tra curiosità e sapere è come la combinazione tra vento e mare. La 34enne romana conosce sei lingue, padroneggia anche l’arabo con disinvoltura, ha meritato una laurea con massimo dei voti in studi orientali. Aveva cominciato praticando l’equitazione, poi un bel giorno si è specchiata nel lago di Bracciano e la vela ha cambiato le sue abitudini.

Dopo il 2016 l’incontro con Ruggero, che ha generato il progetto Tokyo, alimentando nell’ambiente qualche polemica perché la nascita della nuova coppia ha segnato fatalmente l’ esaurimento di altre esperienze agonistiche.

Ma è stato giusto così.

LUNA ROSSA. Del timoniere, di Tita, basterebbe forse dire che è un ingegnere informatico, cioè un cervellone. Fu lui a chiedere a Caterina di unire le forze, dopo Rio, scientificamente intuendo che Totò ha sempre ragione, è la somma che fa il totale. D’oro.

Ventinove anni, originario di Rovereto, dalle vette delle Dolomiti alle suggestioni del mare il passo è stato brevissimo.

Ruggero ha fatto anche una esperienza con Luna Rossa. E gli è servita, anche se alla Coppa America ha preferito Tokyo.

"Io e Caterina siamo maniaci della perfezione, abbiamo studiato ossessivamente l’effetto delle appendici alari, non abbiamo trascurato nulla -ha detto il timoniere- L’ultima regata è stata la più semplice, avevamo un vantaggio enorme, bastava non affondare".

Non sono affondati, no.