di Doriano Rabotti Non è mai solo pallavolo, quando c’è di mezzo Paola Egonu. E ci vuole solo il provincialismo di noi italiani a non capire ogni giorno che passa quanto questa campionessa sia una benedizione, perché schiaccia palloni e luoghi comuni con la stessa intensità. Oggi c’è la semifinale della Nations League tra l’Italia e la Turchia, ore 17.30 (diretta su Sky). E anche stavolta sono stati gli occhi del mondo a decifrare la vera portata simbolica del nostro opposto. A Tokyo, obbedendo alla consuetudine che in quel ruolo vuole solo vincitori di ori olimpici, il Coni non l’aveva scelta come portabandiera. Lo fece il Cio, mettendola nella squadra delle ’All Star’ dei valori olimpici. Stavolta sono state la federazione mondiale FIVB e Volleyball World, che da un anno gestisce il volley mondiale, a fare di Paola una ambasciatrice di ideali. Oggi indosserà la maglietta dell’uguaglianza nelle prime fasi della partita, fino al primo timeout tecnico del primo set: le ’Equal Jersey’ saranno poi vendute per sostenere una campagna di sensibilizzazione sull’uguaglianza sociale, oltre a Paola la indosseranno l’opposto della Turchia Karakurt e la schiacciatrice brasiliana Gabi. Quanto alla partita, quella di oggi è l’occasione per prendere a pallate un altro tabù: la Turchia del modenese Giovanni Guidetti, come la Cina battuta giovedì, ha battuto le azzurre 3-0 all’esordio nei gironi. Sono le due sole sconfitte incassate dall’Italia in questa Nations League. Le azzurre nel frattempo sono cresciute molto, hanno una striscia aperta di nove vittorie, ma Guidetti è storicamente avversario indigesto per i nostri colori e la Turchia avrà anche l’appoggio di un tifo caldissimo: "Dovremo comunicare in modi diversi, il volume sarà piuttosto alto, però sappiamo giocare questo tipo di partite", ha detto il ct Mazzanti. Nell’altra semifinale, alle 14, di fronte la Serbia di Santarelli e il Brasile. Domani le due finali.