Lunedì 22 Aprile 2024

L’illusione e il crollo: Juve, tensione al Max

Proprio Allegri col Pescara firmò l’ultimo 5-1 subito dai bianconeri, nel 1993. Napoli troppo forte, servono subito Pogba e Vlahovic

Migration

di Paolo Franci

Cinquina. Manita. CInque pere. E via così, sull’onda social dopo la disfatta del Maradona. E pensare che l’ultima volta che la Juve aveva preso ’cinque pere’ era successo a Pescara il 30 maggio 1993. In relazione all’avversaria, già retrocessa e ultima in classifica, e al punteggio, si tratta forse della sconfitta più umiliante della storia bianconera. Eh sì, perché quel giorno la Juve perde 5 a 1 e il primo gol su rigore indovinate chi lo segna? Proprio lui, Max Allegri su rigore. E pensare che aveva segnato la Juve per prima, con Ravanelli. E Max aveva fatto pure doppietta, ma con la deviazione di Carrera che a quei tempi era conteggiata come autogol.

All’epoca i cellulari erano nati da poco ed erano roba da benestanti. Non c’erano i social, internet era appena nato e quindi gli sfottò o erano live o c’era bisogno di un fax o una telefonata, mica come oggi. E chi vinceva prendeva due punti. Quel giorno segneranno anche il povero Stefano Borgonovo, Martorella, Palladino, E pensare che era una Juve che aveva vinto la Coppa Uefa grazie a un Baggio versione ingiocabile. Ma in campionato arrivare quarti a 11 punti dal Milan era roba che faceva schiumare di rabbia. E in ogni caso al ritorno da Pescara, un furente Boniperti multerà i giocatori con 25 milioni ciascuno, scalati direttamente dal premio Uefa. Con quella Juve non si scherzava mica, altro che.

Ora, non sappiamo se la dirigenza multerà la squadra per la figuraccia del Maradona. Altri tempi e di altro livello il Napoli che ha sparato ad alzo zero su questa Juve che s’era illusa con le otto vittorie di fila, battendo anche Inter e Lazio. E senza incassare gol. Una striscia valutata in modo esageratemente benevolo rispetto alle prestazioni, perché la Juve ha disseminato il campo di pochissimo gioco e pericolosità offensiva relativa. Vincendone un paio all’ultimo con Danilo e Milik (Udinese e Cremonese). Vittorie che sono state lette con la solita retorica della squadra vincente che ci prova fino in fondo ed è per questo che è vincente, senza incorinciarne le difficoltà nel trovare la porta, le geometrie, le occasioni.

Al Maradona,poi, ci sono state anche le valutazioni errate di Max. Bremer, un macello. Il brasiliano al rientro è stato asfaltato da Osimhen. Non era ancora pronto per un match e un avversario di questo calibro. Eppoi Chiesa schierato con quel modulo a fare il terzino, così come è toccato a Kostic nella frenetica ricerca di un modulo – Max ne ha cambiati tre – che tenesse l’urto del Napoli. Le facce dei giocatori della Juve, il loro cercarsi con gli occhi in totale confusione è stato lo spot nero di una notte ancor più nera. E di bianco cosa c’è? Cosa resta della Juve che pensava di poter tornare a lottare per il titolo? Un Di Maria che è di altro pianeta, ma si sapeva. Il recupero di Chiesa titolare dal primo minuto dopo un anno, che ha bisogno di crescere. E ora, archiviare, dimenticare facendo tesoro della manata in faccia e aspettando Vlahovic e Pogba. Il tutto, mentre sui social non smette di rimbalzare l’hashtag ’AllegriOut’.