L’Europa chiude sempre le porte alla Juve

Il Villarreal domina allo Stadium una Signora senza idee nè anima. Allegri: "Abbiamo giocato bene per 75 minuti, hanno deciso gli episodi"

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di Paolo Grilli

La Signora sonnacchiosa non ha saputo colpire. E ha finito per farsi male, nello sconforto di uno Stadium in cerca di un nuovo sogno al profumo d’Europa e ritrovatosi tra le mani una disfatta. Dopo il Lione e il Porto, il Villarreal. Il Sottomarino Giallo ora settimo nella Liga è il giustiziere di una Juve che proprio oltre gli ottavi non riesce ad andare. Il termometro dela sua caratura limitata, quanto meno in Europa. I quarti di Champions, per svariati motivi, sarebbero stati un’impresa dopo mesi di difficoltà e processi continui per i biaconeri. Ma restano un miraggio. Partita a lungo passeggiata, con le squadre schiacciate sotto la linea della palla quando sono chiamate a contenere. Un muro contro muro quasi cestistico, nell’alternanza visiva fra azioni d’attacco e di difesa. Nel primo tempo, quasi senza alzare i giri, più volte la Juve trova modo di sfiorare il vantaggio. C’è la traversa di Vlahovic con un sinistro terrificante, la parata in avvio di Rulli sul colpo di testa di Morata, il malinteso tra Cuadrado e lo stesso Alvaro che si negano a vicenda la possibilità di concludere a rete. Ma la rete non arriva ed è Lo Celso a mettere un po’ di brividi a Szczesny. A forza di ragionare e soppesare, finisce che non ti sbilanci mai. E’ stata questa la colpa della Juve, che in A ormai può applicare senza opposizioni questa tattica spietata ma che al piano superiore, fuori dai nostri confini, finisce per cedere sotto il peso dei propri limiti.

Questa Juve ha battuto il Chelsea nei gironi, poteva coltivare un’ambizione diversa, su nuove basi. Ma anche con Vlahovic si ritrova a rimandare, per l’ennesima volta. In tribuna Andrea Agnelli fuma il sigaro con gli occhi bassi. Avere la meglio di un non irresistibile Villarreal sarebbe stato un elisir per rilanciarsi nello scenario che stuzzica di più,calcisticamente ed economicamente. Non è stata una Juve da SuperLega. Nella ripresa ha ceduto di spirito, dopo il rigore di Moreno, il gol di Torres e pure la ciliegina per gli spagnoli, ol penalty di Danjuma. Una Juve tramortita, dal fiato corto, punita da una squadra più squadra. La rifondazione della Signora è ancora tutta da scrivere. "Abbiamo giocato bene per 75 minuti, solo gli episodi ci hanno penalizzato", ha detto Allegri difendendo i suoi. Ma la vecchia Juve non si trovava a dover giustificare, e non si accontentava. Nell’altra semifinae, il Chelsea passa a Lille 2-1 e vola ai quarti.