Mercoledì 24 Aprile 2024

L’Europa ai piedi di un’Italia da impazzire

Serbia travolta in casa davanti a ventimila spettatori, Egonu mvp: a un mese dalla delusione olimpica le azzurre sul trono

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SERBIA

1

ITALIA

3

(26-24, 22-25, 19-25, 11-25)

SERBIA: Rasic 12, Ognjenovic 3, Lazovic 2, Popovic 13, Boskovic 20, Milenkovic 4, Popovic (L), Busa, ne Caric, Mirkovic, Veljkovic, Bjelica, Blagojevic, Kocic. All. Terzic.

ITALIA: Pietrini 13, Danesi 8, Egonu 29, Sylla 20, Chirichella 5, Orro, De Gennaro (L), Malinov 2, Parrocchiale, Gennari. Ne Bonifaci, Nwakalor, Mazzaro, D’Odorico. All. Mazzanti.

Arbitri: Burkiewicz, Ozbar.

Note: spettatori 20.565, durata set 34’, 27’, 22’, 21’ tot. 1h44’. Serbia: 1 ace, 12 bs, 11 m, 9 e. Italia: ace 8, bs 12, m 13, e 10.

di Doriano Rabotti

Adesso bisognerà chiedere scusa, ma è difficile pensare che i leoni da tastiera possano farlo. Adesso bisognerà riconoscere a Davide Mazzanti i suoi meriti, perché portare sul tetto d’Europa l’Italia sembrava impossibile solo tre settimane fa. Farlo davanti a ventimila spettatori scatenati, in casa della Serbia, in una Belgrado alla quale quest’anno i colori azzurri proprio non vanno giù visti i precedenti del basket, è qualcosa che avvicina questo gruppo ai Fenomeni di Velasco, del mondiale brasiliano del ‘90 vinto contro l’onda umana del nemico.

Vale triplo questo successo, per tutti i protagonisti che hanno il diritto di godersela: le ragazze italiane uscite in larga parte dal Club Italia, altra intuizione di Velasco per inciso, non sono soltanto le splendide ambasciatrici di un Paese integrato, da terzo millennio. Sono anche il simbolo di una ripartenza sulle proprie ferite che può essere letto come un messaggio alla nazione. Esattamente un mese prima, il 4 agosto, la Serbia spargeva sale sulle ferite del gruppo a Tokyo, tagliandolo fuori dalle medaglie. E si scatenavano polemiche sul peso dei social nelle teste delle azzurre.

Non sappiamo quanto siano rimasti spenti smartphone e tablet a Belgrado, di sicuro il lavoro fatto sulla testa delle giocatrici, oltre a qualche scelta tecnica, è il vero capolavoro di Davide Mazzanti.

Al di là della finale, in bilico per due set e poi in discesa fino all’apoteosi, tanti segni fanno pensare che questo gruppo sia pronto ad aprire un ciclo: è giovane, ricco di talento, ha saputo rialzarsi con la sua regina Egonu, mvp, ma anche trovare il modo di non dipendere solo da lei. Ha trovato in Sylla una capitana vera, in Pietrini una certezza giovanissima, in Danesi e nella rientrante Chirichella certezze al centro, nella De Gennaro l’esperienza che diventa concretezza, nell’alternanza in regia tra Orro e Malinov la chiave per cambiare ogni inerzia. Dopo di che, peccato per le Olimpiadi, certo.

Almeno in questo, speriamo che le nuove Fenomene riescano a far meglio di Velasco.

Gli azzurri intanto oggi giocano col Montenegro alle 19 la seconda giornata dei loro Europei.