Venerdì 19 Aprile 2024

Le dure lezioni che servono

Paolo Grilli

Nella quasi impronunciabile Monchengladbach, l’Italia di Mancini non riesce a leggere e a reggere il gioco dei tedeschi e incappa in una battuta d’arresto brutale che contribuirà però a farla crescere ancora. Andante ma non troppo, nonostante l’attacco di scattisti dettato dal turnover, la Nazionale che dopo tre prove convincenti in Nations conosce una disfatta dopo aver subito le iniziative più strutturate dei padroni di casa, trascinati dai 46 mila sugli spalti. Molto più che nel match di Bologna, la selezione di Flick ha fatto pesare un ritmo e meccanismi che a livello di nazionali, così come nei club, segnano la differenza con il calcio italico. Distanze che si fanno enormi quando poi le sommi alle tue disattenzioni difensive. Abbiamo giocato arroccati e senza palla solo perché non la prendevamo quasi mai, il 5-2 rispecchia tutto il divario di qualità. Un nuovo bagno di umiltà dopo lo scorno epocale della doppia esclusione dal Mondiale e la ripartenza con facce e idee nuove. Sappiamo dove siamo e dove vogliamo andare: non è un male, dopo che la vittoria degli Europei aveva finanche falsato la percezione del nostro reale livello. La Nations stessa non è perduta, anzi: l’Ungheria è prima a +2 e a settembre restano due gare nel girone, in casa con gli inglesi in piena crisi di identità e contro i magiari fuori. Mancio, intanto, è già arrivato a far debuttare cinquanta azzurri sotto la sua gestione. E quella di Scalvini non sembra affatto una comparsata giovanile in azzurro.