Sabato 20 Aprile 2024

L’altra Partita del Secolo

Doriano Rabotti

Parlando solo di sport, è stata una finale galattica, altro che mondiale. Una partita con i piedi nel passato e lo sguardo dritto e aperto nel futuro, per dirla con Bertoli. Perché è vero che il calcio moderno è fatto di ritmi altissimi, di muscoli e polmoni, ma alla fine contano sempre i campioni, i guizzi, la tecnica superiore. Non a caso sul tabellino della finale ci sono solo firme di fenomeni.

Trentasei anni non sono passati invano, non solo per Leo Messi: la sua carriera da film sembrava senza lieto fine, schiacciato come era dal paragone impossibile con Maradona. E invece l’Argentina ha vinto dopo una partita epica e bellissima, al punto che tocca tornare a quel 3-2 sulla Germania in Messico, nel mondiale della Mano de Diòs, perché tutte le altre finali viste nel frattempo, compresa quella vinta dagli azzurri nel 2006, al confronto di questa erano come l’acqua della pubblicità: povere di calcio.

A un certo punto sembrava davvero che Diego fosse tornato, per la felicità di Adani: quando Leo ha insaccato il terzo gol dopo la rimonta di Mbappé dallo 0-2, a tutti è venuto in mente Burruchaga lanciato verso la prateria della gloria dal sinistro del Pibe. Solo che stavolta non è bastato, c’è voluta anche la tortura supplementare e poi la camminata sui carboni ardenti fino al dischetto, prima di permettere all’unico Diez capace di raccogliere il testimone di passare alla storia e non solo alla cassa.

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