La ‘Woodstock’ a due ruote deve aspettare

La ‘festa nella festa’ dei tifosi con i rombi dei motori, i colori delle tende e i botti è rimandata. Nel 2017 il record con 164mila spettatori

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Sarà sicuramente un tuffo al cuore vedere il Mugello tutto verde. Solo e soltanto verde. E sarò curioso ascoltare il rombo delle moto, di tutte quelle moto, senza i sospiri della folla (sospiri rumorosissimi), gli applausi, i botti, i vecchi ’motori’, quelli che una volta entravano con le folle e tenevavo svegli tutti. Giorno e notte. Perché la festa del Mugello era (e sarà) sempre una festa speciale.

Certo il meraviglioso parco ambientale che circonda la pista toscana è un elemento caratterizzante e qualificante dell’impianto, ma quest’anno la mancanza del colore delle tende, i camper, gli stand, ovvero l’assenza degli spettatori sarà importante per una momentanea interruzione, per uno stop ad una’ atmosfera speciale, irripetibile, quella che ha reso unico il Mugello nel mondo. Quella Woodstock a due ruote, quel claim che riassume in cinque parole l’essenza più profonda, un happening dal titolo "Al Mugello non si dorme": uno spettacolo nello spettacolo, con gli spettatori parte integrante e fondamentale dello show.

Pazienza, dovremo aspettare il prossimo anno e limitarci a godere lo spettacolo... offerto dalla casa (e sarà comunque una libidine rispetto all’assenza del Mugello dal calendario MotoGP del 2020).

I numeri del Mugello, d’altra parte, fanno impressione: il record di presenze fu nel 2017 con 164.416 spettatori nei tre giorni (una punta di quasi 100mila persone la sola domenica, giorno di gare). Negli ultimi dieci anni non si è mai sceso sotto i 108mila spettatori complessivi (eccezione fatta per il 2012 ma il Gran premio d’Italia in quella circostanza si disputò a luglio inoltrato e non, come tradizione vuole, fra la fine di maggio e l’inizio di giugno).

L’ultima edizione disputata, quella del 2019, si caratterizzò per la presenza complessiva di 139mila spettatori.

Sarà la 35’ edizione di una gara mondiale di motociclismo ospitata dal circuito, la numero 30 da quando la Ferrari acquistò l’impianto nel 1988 rimodernandolo con un restyling di qualità riaprendolo alle competizioni a partire dal 1991. Il via alla nuova storia del Mugello parti con un assolatissimo Gran Premio di San Marino il 18 agosto 1991. La storia, adesso, è leggenda.

E si torna alla storia dei nostri giorni e a come il Covid ha colpito duro le emozioni del Mugello. Un anno fa l’annullamento della gara, quest’anno un Gp d’Italia a porte chiuse.

Detto questo è già l’ora di guardare al futuro: al 2022, quando la festa riprenderà da dove era stata interrotta. Come prima, più bella di prima.

Ri.Ga.