La Superlega verso un accordo Si giocherà un campionato europeo

Gironi lunghi e play off finali: così si evita una frattura disinnescando anche la sentenza della Corte europea

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La Superlega si farà, ma sotto l’egida dell’Uefa. I contorni della clamorosa conclusione della vicenda si vanno via via definiendo e di certo il torneo negli States con Real, Juventus e Barcellona ha dato una accelerazione alla conclusione della vicenda. In breve.

Ceferin e l’Uefa vogliono essenzialmente salvare il proprio Palazzo, ovvero il fiume infinito di soldi di sponsorizzazioni e diritti tv (3,5 miliardi dei quali il 78% viene girato ai club sotto forma di premi e indennizzi) che garantiscono il controllo del potere nel pallone e il posto di lavoro di migliaia di persone.

I tre dissidenti Real, Barcellona e Juventus guidano un gruppo più o meno silenzioso e nascosto di club che vorrebbero un aumento dell’attività internazionale che significa più introiti per i club: non a scapito dei campionati nazionali, ma con una formula simile all’Eurolega di basket. Ovvero gironi lunghi e play off finali: tante partite con una continuità settimanale durante l’anno e senza soste, per garantire i diritti tv, i play off per assicurare la spettacolarità e tenere vivo fino in fondo l’interesse in caso di valori molto diversi in campo.

Una mediazione, come si intuisce, è possibile. Anche perchè in autunno arriverà la sentenza ella Corte di Giustizia europea chiamata ad esprimersi sull’accusa di abuso di posizione dominante mossa contro l’Uefa, di fatto oggi unica organizzatrice di campionati a livello europeo. Se la sentenza dovesse essere favorevole ai promotori della Superlega, Ceferin sarà all’angolo: dovrà accettare un’organizzazione parallela ed astenersi dalle tanto ostentate minacce di esclusione dai campionati organizzati sotto l’egida del suo ente. Ed a quel punto l’Uefa rischierebbe la perdita di molte società, con una pericolosissima spaccatura del calcio a livello mondiale.

Un accordo, anche prima della sentenza europea, salverebbe la situazione. Ecco che allora si fa largo l’ipotesi che metterebbe d’accordo tutti. Non più gironcini corti e tabellone finale, ma due gironi di 12-14 squadre con gare di andata e ritorno ed un campionato vero e proprio con gare settimanali tutto l’anno fino ai play off che assegneranno le coppe. I top club con più seguito televisivo avrebbero il posto praticamente garantito, i club meno seguiti avranno comunque la possibilità di entrare nel Gotha europeo con un meccanismo di promozioni e retrocessioni che, pur molto selettivo, non chiude la porta a nessuno. La moltiplicazione degli introiti garantirebbe ai club una torta simile a quella prospettata dalla Superlega (300-500 milioni per club), l’Uefa manterrebbe il controllo del calcio continentale e la spaccatura sarebbe scongiurata. Si arriverà a stagioni da 60-70 partite a stagione, un’overdose di calcio che lo renderà sempre meno magico e atteso: ma che alla fine sarà uno sviluppo inevitabile, visto il valore commerciale infinito del pallone nel mondo.