Giovedì 18 Aprile 2024

La sudditanza da psicologica a tecnologica

Italo

Cucci

Un dato che esibiva con orgoglio il mio perduto amico Giorgio Oca, popolare giacchetta nera bolognese che negli anni mi ha costantemente aggiornato sui movimenti della categoria e se n’è andato nel 2013, prima dello scempio che sarebbe stato condannato anche dal principe degli arbitri felsinei Giorgio Bernardi. Sempre Tavecchio rivelò la contrarietà all’uso della Var dell’aretino designatore degli arbitri Marcello Nicchi il quale aveva capito che fine avrebbero fatto i suoi colleghi nel frattempo cromaticamente gratificati dall’uso di divise colorate – prima gialle, via via tendenti all’arcobaleno – mera patente di infantile narcisismo. Potrei divagare segnalando decine di episodi che hanno via via smontato la sicumera del Var, ma non è il mio scopo, ch’è la semplice accorata difesa dell’Arbitro (e degli assistenti impotenti) da parte di un cronista che ha conosciuto tutti i Grandi, fino a Concetto Lo Bello, colui che affrontò serenamente, autoflagellandosi, la Moviola Rai di Carlo Sassi. Potrei anche elencare le frasi celebri di dirigenti del calcio che assicurarono la fine delle risse post partita grazie all’inappellabile giudizio della Var che Maurizio Mosca, dopo il Processo del Lunedì, avrebbe chiamato Cassazione del Martedì. Questo martedì, rissa a gogò, richiesta di ripetizione della partita Juventus-Salernitana. Impossibile. Caos. Dalla Sudditanza Psicologica imposta dalle Grandi – che rivelai nel 1967 – siamo passati alla Sudditanza Tecnologica imposta dal Sistema. Una parolaccia.