La stravittoria di Valentino

Riccardo Galli

E’ un po’ come se a vincere, anzi stravincere, fosse stato Valentino. E la sensazione è stata forte, bella e allo stesso tempo leggermente amara. Forte e bella, perchè Bagnaia e Bezzecchi sono davvero i figli prediletti di Rossi (in attesa del ritorno dello smarrito Morbidelli). Amara, perchè esultare con Pecco e Bez e farlo nel nome e nel segno di Vale, ci ha fatto capire ancora una volta quanto sia triste accettare una MotoGp senza Rossi.

Bravo (e finalmente fortunato) Bagnaia, concreto e ’martello’ Bezzecchi: l’analisi del Gp è tutta qui. Poi si scavalca nelle sensazioni e in quella ricerca che rischia di diventare un’ossessione di un qualcosa (che non c’è) che provi ad allontanare il retrogusto di Valentino. Ma niente.

Anzi, il fantasma di Rossi riappare in modo prepotente anche nell’altra impresa della giornata: la rimonta in formato mondiale di Aleix Espargaro. Passare dall’inferno di una posizione ormai compromessa dallo strike di Quartararo, al paradiso di un quasi podio, è stato come rivedere le immagini di qualche vecchio film dove il regista era appunto lui, il numero 46.

L’impresa di Espargaro serve poi a mettere nero su bianco un altro concetto con cui la MotoGp va in vacanza per per più di un mese: l’Aprilia, prima ancora della Ducati, può essere la vera alternativa alla Yamaha nella corsa al titolo. La prestazione di ieri, in effetti, riassume bene un dato che sarà fondamentale nel computo dei risultati alla fine della stagione. E la parola magica che può far sognare il gruppo di Massimo Rivola è: continuità. La continuità di portare a casa risultati e punti, sommata all’affidabilità di una moto potente e prepotente, piazzano Aprilia nella seconda casella del marchio favorito al titolo 2022.

Bella, insomma l’Italia che ricomincia a sognare con Bagnaia, che si emoziona con il baby-Bez e si alza in piedi per applaudire l’Aprilia.

Tutto, sempre e comunque, nel nome di Valentino. Perchè Rossi c’è. Altro che se c’è.