La sindrome dell’ex contro Allegri

Da De Ligt a Zakaria e Kulusevski: come in passato Tevez e Dani Alves, sono i giocatori i peggiori critici di Max

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Aveva cominciato Matthijs De Ligt: "Qual è la differenza tra il Bayern Monaco e la Juventus? Gli allenamenti in Italia e in Germania sono duri ma lo sono in modo diverso. Alla Juve si faceva molta tattica, tanti schemi e poca intensità. Quando sono arrivato a Monaco mi mancava lo sprint e ho avuto delle difficoltà iniziali proprio negli scatti". Non un complimento per il lavoro di Allegri. Al quale è arrivata la seconda stilettata da Zakaria, acquistato a gennaio assieme a Vlahovic, andato subito in gol alla prima partita e poi sparito quasi dai radar e ceduto subito al Chelsea: "Lo stile di calcio non era il mio – ha detto lo svizzero –. La squadra giocava molto bassa, non avevo molto spazio. L’allenatore è una brava persona che ha ottenuto grandi risultati, però con la rosa che ha a disposizione dovrebbe essere in testa alla classifica e vincere ogni partita per 3-0". Infine è arrivato Kulusevski: "Allegri e Conte sono diversissimi – ha esordito l’ex Parma –. Di sicuro alla Juventus non mi sentivo benissimo per tanti motivi diversi e quando ti rendi conto che le cose non vanno, poi è difficile invertire la rotta restando nello stesso ambiente. Perciò la scelta di andare via dall’Italia è stata la migliore che potessi fare in quella situazione". Con il calcio verticale di Antonio Conte lo svedese si è ritrovato alla grande.

Allegri non è nuovo a questi attacchi: "Io sono un calciatore che ama giocare la palla, giocare con la squadra e rischiare la giocata. Penso che la Juve non abbia capito il mio stile di gioco e questo non mi consentiva di essere felice. Volevo una nuova esperienza, una nuova avventura. Ciò non toglie che sarò sempre grato alla Juventus" aveva detto Dani Alves. Il riferimento al tipo di gioco prudente e attendista è chiaro. E l’episodio di Carlitos Tevez, sostituito sul 2-1 contro il Real nella semifinale di Champions, è rimasto nella storia per la sfrontatezza dell’attacco da parte dell’Apache.

Considerato che nel calcio vige la regola del fair play e difficilmente si sente un giocatore attaccare direttamente gli allenatori del passato e tanto meno del presente, la frequenza di commenti negativi sull’allenatore bianconero sorprende. Tra i giocatori attuali sono passate un po’ in secondo piano le parole di Bonucci: "squadra mentalmente scarica" ha detto il difensore, che dallo sgabello di Oporto in avanti ha perso molto della sua leadership e del suo rendimento. Che Bonucci in Nazionale contro l’Inghilterra sia stato tra i migliori non è sicuramente un bel segnale per Allegri e la sua Juve. Ed a proposito di nazionali, il rendimento di Vlahovic (spento e fuori dal gioco in Italia, centrale per tiri passaggi e giocate con la Serbia) completa un quadro evidente del malessere bianconero. Max Allegri però ha passato indenne la bufera. Andrea Agnelli lo ha protetto ed anche il Consiglio di amministrazione, pur approvando un bilancio che in larga parte è negativo per i risultati insoddisfacenti della squadra, non ha ritenuto di intervenire in scelte tecniche non di competenza. Così Max con qualche maquillage sarà in panchina contro il Bologna. O fa il miracolo di rilanciare un ambiente in caduta libera o lascerà alla società il rammarico di non aver cambiato quando ancora c’era tempo per intervenire.