La saggia regola del buon budino

Leo

Turrini

Speriamo ci faccia innamorare, questa nuova Ferrari. Presentata nel giorno di San Valentino nel modo giusto, in un abbraccio di popolo che valeva come eterna promessa. Unica pecca della cerimonia, se posso permettermi!, il plateale cedimento al provincialismo della lingua inglese. Anche no: se sei il simbolo della italianità nel mondo, beh, allora usi le parole bellissime di Dante Alighieri. Amen, meglio tornare al tormentoso e tormentato interrogativo di sempre. Ci farà innamorare, la Rossa 2023? Tradotto: sarà vincente? Mai stilare profezie dopo aver buttato l’occhio su una macchina nuova. Lo so per esperienza. Questa SF23, subito portata in pista da Leclerc, ha un muso originale, un posteriore ristretto, fiancate che sono una evoluzione del modello 2022. È saggio evitare di parlare di svolta epocale: nemmeno avrebbe avuto senso, non essendo cambiati i regolamenti tecnici. Ma, fatalmente, l’auto è un mistero avvolto nell’enigma. Mi spiego: al di là delle forme, che pure sono intriganti, rimane interamente da scoprire la sostanza. Le geometrie originali dell’assetto permetteranno di sfruttare le gomme al meglio (vero punto di forza della demoniaca Red Bull)?

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