La resa di Chiellini, CR7 spento, il Napoli: Pirlo l’ora più dura

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di Gianmarco Marchini

Chiusa una porta (sarebbe meglio dire, blindata), quella di Handanovic, per la Juventus si apre un portone. Quello del Mapei Stadium di Reggio Emilia dove, domani sera, i bianconeri hanno la possibilità di conquistare il primo trofeo stagionale, la Supercoppa, da usare a mo’ di ombrello per ripararsi dal temporale di critiche abbattutosi dopo la disfatta contro l’Inter. Il più bersagliato, ovviamente, Andrea Pirlo, uscito col ciuffo stravolto dal confronto con il suo maestro Conte. Manco il tempo di capire l’inspiegabile blackout di San Siro che ecco il Napoli, bello carico dal 6-0 alla Fiorentina. Una sfida nella sfida, quella con Gattuso, amico ed ex compagno di glorie in rossonero. Andrea il "predestinato" a cui è stata data la Juventus sulla fiducia, contro Gennarino, uno che la credibilità se l’è costruita a colpi di mezzi miracoli, tra fallimenti, crisi societarie e rompicapi cinesi. Sion, Palermo, Creta, Pisa, fino al Milan di Yonghong Li a cui Ringhio seppe dare la sostanza di squadra vera. Vero e verace, è questo Napoli: la Juve dovrà tirare fuori le unghie, ecco perché ci aspettiamo di vedere più McKennie e meno Rabiot.

Ma il bello del calcio sta anche nei suoi paradossi: così, mentre Chiellini parla apertamente di fine ciclo e le vedove di Allegri (e persino di Sarri) tornano a riempire le piazze social, il tecnico al momento più criticato d’Italia ha tra poche ore l’occasione di zittire tutti alzando al cielo il suo primo titolo di una carriera iniziata appena 5 mesi fa. Si parla di paradossi, e quasi paradossale è il momento di Ronaldo. Spento quello delle ultime settimane, addirittura irriconoscibile la versione negli ultimi due grandi appuntamenti con Milan e Inter. Un trofeo è il rimedio naturale migliore per un cacciatore di gloria come lui. Tanto più che la scorsa stagione ha perso di fila la Supercoppa 2019 e la Coppa Italia 2020. Vincere per riprendersi il tempo perduto, lui, e per prendere tempo, Pirlo.