Giovedì 18 Aprile 2024

La rabbia che fa grande la Juve

Giuseppe Tassi

Sarà pure di corto muso, come piace ad Allegri. Ma battendo l’Inter con il siluro di Kostic la Juve è nei fatti la seconda forza del campionato. Senza il -15 di penalità, sarebbe a 15 punti dal Napoli delle meraviglie e davanti alla Lazio di Sarri, che oggi e la prima delle inseguitrici.

È quasi un paradosso ma la zavorra caricata dal giudice sportivo sul collo della Signora ha esaltato lo spirito di rivincita della squadra, ne ha riacceso il motore. E si sa quanto nel calcio possano incidere le motivazioni. Penso ai Mondiali vinti dopo il Calcioscommesse (1982) e Calciopoli (2006). La rabbia agonistica e la fame cannibale, che Allegri ha predicato per una stagione intera, sembrano le compagne ritrovate di questa rincorsa disperata, di questa vigorosa riscossa che mira a un posto in Champions, aspettando l’esito del ricorso del 19 aprile.

In un campionato pieno di colpi di scena e di sconfitte inattese (quelle dell’Inter sono 9), la Juve può giocare la sua sfida. Anche se Pogba non si è mai visto, se Di Maria gioca a singhiozzo, Chiesa si rompe come un cristallo pregiato e Paredes è desaparecido. Aggrappato alla maturità di Rabiot, all’entusiasmo verde di Fagioli e Soulè e alle forti motivazioni del gruppo, Allegri può centrare l’impresa impossibile: un finale da vera Juve.