La quinta sinfonia dell’highlander Montano

A 43 anni ancora sul podio, con Samele, Berrè e Curatoli: trascina gli azzurri al successo in semifinale, poi si arrende alla Corea

dall’inviato Leo Turrini

Niente, manca sempre un centesimo per fare un euro. La fame d’oro della spedizione italiana non viene saziata dagli sciabolatori. Bravissimi, per carità: non erano in tanti a credere che gli azzurri sarebbero arrivati in finale. Ma, una volta lì, il desiderio dell’impresa si era fortificato, i dignitari del CONI avevano raggiunto l’impianto sede dello scontro decisivo, io anche e però, per scomodare il commissario Montalbano, ti saluto e sono.

Sono cioè troppo forti i sud coreani, non a caso leader del ranking planetario.

Ci hanno infilzati senza troppi riguardi, il match semplicemente non ha avuto storia. Sotto sotto, Gigi Samele, Enrico Berrè e Luca Curatoli dovevano immaginarselo.

E se lo immaginava anche Aldo Montano, il veterano.

L’acuto. A proposito di storia. Aldo Montano, più vicino ai cinquanta che ai trent’anni, si è tolto l’ultimo sfizio.

Il quarantatreenne livornese era all’assalto finale di una carriera lunghissima. Aveva già annunciato il ritiro (ma dopo l’argento ha buttato lì: "Magari mi rivedrete a Parigi nel 2024 e non sulla Torre Eiffel") ed era riserva del terzetto titolare.

Si, ciao. La classe non è acqua, il talento non invecchia e bla bla bla. Ad un certo punto si è fatto male Gigi Samele, splendido secondo nella prova individuale. Lì ho pensato fosse finita: già il quarto contro i mullah iraniani era stato un tormento, con un agonico 45-44.

Mai dire banzai, però. Montano versione Highlander ha assaporato l’eternità nella semifinale contro gli ungheresi. Si è messo a tirar fendenti che sembrava quello di Atene 2004, diciassette anni fa. Persino Szilagyi, che è il Maradona della sciabola (tre ori consecutivi) si è preso paura.

Così, per due stoccate, a perdere in finale contro i coreani ci siamo andati noi.

La dinastia. Per Aldo Montano è la quinta medaglia personale. Per la famiglia livornese, incredibilmente il totale di podi olimpici sale a quota 14. Ci sono anche due argenti di Aldo il nonno, un oro e due argenti di Mario il babbo e quattro medaglie dei cugini del papà Carlo, Mario Tullio e Tommaso.

Ci sono intere nazioni che nella storia hanno vinto molto meno della dinastia Montano.