di Paolo Franci Il bis è servito in una grigia mattinata romana. Senza ricorsi e toghe amministrative in pressing, la Figc ha consegnato al pool legale dell’ex ds juventino Fabio Paratici e di Federico Cherubini, entrambi a processo sportivo per il caso plusvalenze che è costato il -15 al club bianconero, il secondo ’papel Covisoc’, la missiva del presidente Paolo Boccardelli al capo degli 007 federali Giuseppe Chinè. E cioè la lettera alla quale seguirà la risposta del procuratore federale al centro del ricorso al Tar degli avvocati bianconeri, convinti che in quelle sei paginette ci fosse il jackpot giuridico che andavano cercando. E cioè che tutto fosse iniziato da lì, da quella lettera del 14 aprile 2021, fatto che avrebbe innescato prescrizione e cancellazione delle pene.  Nella prima missiva però, la Juve non viene mai citata. E, soprattutto, non c’è la ’Notitia Criminis’, la notizia di reato. Nel tentativo di trovarla, gli avvocati bianconeri hanno richiesto la seconda lettera, che poi, come detto, è precedente a quella di Chinè. E anche stavolta, Notitia criminis non c’è. E tantomeno viene citata la Juventus o qualche altro club. Dunque, anche questo ’papel’ datato 31 marzo 2021 servirà a poco in vista del ricorso davanti al Collegio di garanzia, almeno sul fronte prescrizione.  Già ma cosa c’è scritto? Scrive Boccardelli: "Caro Procuratore, nello svolgimento delle proprie attività la Covisoc ha individuato situazioni gestionali che meritano un attento monitoraggio... Si tratta di situazioni che presentano tratti concettuali ed operativi idonei a incidere sui ’fondamentali’ dei bilanci delle società sportive professionistiche e che iniziano a presentarsi con frequenza statistica non trascurabile...". Il capo della Covisoc segnala una tendenza diffusa nel calcio professionistico in generale e sottolinea: "Faccio riferimento alle operazioni di compravendita dei calciatori pur concluse con prezzi significativi, che comportano flussi pecuniari assai contenuti, se non nulli, in quanto sovente le reciproche posizioni di credito e debito sono regolate dai club a mezzo di compensazione...". Poi, una riflessione sul "trading del calciatori" che garantisce "pochissima liquidità" ma "copiose plusvalenze". Inoltre, la Covisoc segnala come "il patrimonio delle società di calcio è rappresentato in maniera preponderante da intangibles (il cosiddetto parco calciatori), il cui fair value non è di agevole identificazione, circostanza che potrebbe indurre a condotte rivalutative al limite con conseguente possibile alterazione dei bilanci...".  Nel frattempo, gli avvocati Juve, provano a correre ancora indietro nel tempo. Avevano chiesto anche il verbale dell’incontro del 7 aprile 2021 sul tema, convinti che potesse contenere ganci interessanti. Un incontro talmente informale da non meritare registrazione scritta. Stessa sorte per il fantomatico ’terzo documento Covisoc’ menzionato da alcuni giornali ma inesistente. Amaro, il commento del numero uno della Figc Gabriele Gravina: "Nel nostro Paese c’è una cultura del sospetto diffusa. E mi stupisce che la si segua cultura".

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di Paolo Franci
Il bis è servito in una grigia mattinata romana. Senza ricorsi e toghe amministrative in pressing, la Figc ha consegnato al pool legale dell’ex ds juventino Fabio Paratici e di Federico Cherubini, entrambi a processo sportivo per il caso plusvalenze che è costato il -15 al club bianconero, il secondo ’papel Covisoc’, la missiva del presidente Paolo Boccardelli al capo degli 007 federali Giuseppe Chinè. E cioè la lettera alla quale seguirà la risposta del procuratore federale al centro del ricorso al Tar degli avvocati bianconeri, convinti che in quelle sei paginette ci fosse il jackpot giuridico che andavano cercando. E cioè che tutto fosse iniziato da lì, da quella lettera del 14 aprile 2021, fatto che avrebbe innescato prescrizione e cancellazione delle pene. 
Nella prima missiva però, la Juve non viene mai citata. E, soprattutto, non c’è la ’Notitia Criminis’, la notizia di reato. Nel tentativo di trovarla, gli avvocati bianconeri hanno richiesto la seconda lettera, che poi, come detto, è precedente a quella di Chinè. E anche stavolta, Notitia criminis non c’è. E tantomeno viene citata la Juventus o qualche altro club. Dunque, anche questo ’papel’ datato 31 marzo 2021 servirà a poco in vista del ricorso davanti al Collegio di garanzia, almeno sul fronte prescrizione. 
Già ma cosa c’è scritto? Scrive Boccardelli: "Caro Procuratore, nello svolgimento delle proprie attività la Covisoc ha individuato situazioni gestionali che meritano un attento monitoraggio... Si tratta di situazioni che presentano tratti concettuali ed operativi idonei a incidere sui ’fondamentali’ dei bilanci delle società sportive professionistiche e che iniziano a presentarsi con frequenza statistica non trascurabile...". Il capo della Covisoc segnala una tendenza diffusa nel calcio professionistico in generale e sottolinea: "Faccio riferimento alle operazioni di compravendita dei calciatori pur concluse con prezzi significativi, che comportano flussi pecuniari assai contenuti, se non nulli, in quanto sovente le reciproche posizioni di credito e debito sono regolate dai club a mezzo di compensazione...". Poi, una riflessione sul "trading del calciatori" che garantisce "pochissima liquidità" ma "copiose plusvalenze". Inoltre, la Covisoc segnala come "il patrimonio delle società di calcio è rappresentato in maniera preponderante da intangibles (il cosiddetto parco calciatori), il cui fair value non è di agevole identificazione, circostanza che potrebbe indurre a condotte rivalutative al limite con conseguente possibile alterazione dei bilanci...". 
Nel frattempo, gli avvocati Juve, provano a correre ancora indietro nel tempo. Avevano chiesto anche il verbale dell’incontro del 7 aprile 2021 sul tema, convinti che potesse contenere ganci interessanti. Un incontro talmente informale da non meritare registrazione scritta. Stessa sorte per il fantomatico ’terzo documento Covisoc’ menzionato da alcuni giornali ma inesistente. Amaro, il commento del numero uno della Figc Gabriele Gravina: "Nel nostro Paese c’è una cultura del sospetto diffusa. E mi stupisce che la si segua cultura".

La Juventus non trova il jackpot nelle carte     

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La Juventus non trova il jackpot nelle carte

Consegnata anche la seconda informativa tra Covisoc e Procura: ma non cita i bianconeri. Si allontana l’ipotesi di un vizio di forma nel -15

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