Giovedì 18 Aprile 2024

La Juve c’è, pari da spettacolo oltre l’incubo

Con l’Atalanta una gara di cuore e talento: lo Stadium applaude. Allegri riparte da una squadra diversa, superato il 5-1 di Napoli

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di Paolo Grilli

Non poteva essere una serata come le altre, allo Stadium. Sulla Juve soffiava il vento freddo del -15, ma dentro c’era anche il fuoco di un cuore chiamato a dire la sua contro un’Atalanta tornata ad essere tale. Il buio della fresca penalizzazione e la luce di una squadra ritrovata da tenere accesa, per salvare l’onore sul campo in attesa, chissà, di altre conseguenze per la condotta della ex dirigenza.

Finisce con un pari ad alto tasso di spettacolo, costruito senza timori o imbarazzi. I tifosi bianconeri ringraziano, anch’essi sospesi in un presente straniante che non offre spiragli chiari sul futuro.

Gara ruvida, vera, senza calcoli di classifica perché ieri valevano nulla. La Juve riesce a mettersi alle spalle due macigni grossi così: lo choc del 5-1 al Maradona e la stangata della Giustizia Sportiva. E risponde colpo su colpo all’Atalanta dalle energie infinite. Il gol in avvio di Lookman poteva già rappresentare un ostacolo invalicabile per una Signora tramortita nell’animo. Ma ha invece liberato le energie e la rabbia dei bianconeri. Che accettano lo scontro a tutto campo con gli indiavolati nerazzurri, reduci da due gare con tredici gol segnati fra campionato e Coppa Italia.

La strada per Allegri è tracciata, col 3-5-2 o più propriamente 3-5-1-1, perché Di Maria è un tuttocampista che non è giusto incasellare solo in attacco. Il Fideo eccede spesso nelle giocatge, il tacco è quasi un vizio, ma ogni volta che tocca palla lo Stadium si illumina e qualcosa succede. Rigore segnato a parte, l’argentino lustra i gradi di campione del mondo e mostra numeri all’altezza di quelli visti in Qatar. Certo la differenza fra il suo rendimento pre e post Coppa del Mondo è piuttosto indicativo dello spirito con cui viva questa stagione.

Milik si prende il resto dei riflettori, con i suoi strappi là davanti e la perla del gol, roba da top bomber, non certo da riserva. Altra menzione doverosa per Fagioli: uno che nemmeno nella morsa asfissiante dell’Atalanta si perde, e anzi trova il modo di illuminare.

Marinelli arbitra all’inglese, le proteste si moltiplicano ma lo spettacolo ne guadagna. Al netto di quello che rappresentava per le due squadre, la gara di ieri sarebbe da elevare a riferimento per intensità e atteggiamento complessivo. Non è un caso che abbia avuto come protagonista assoluto Lookman, uno che in Inghilterra è cresciuto e sa come si emerge nella battaglia a tutto gas.

La classifica dice Juve a quota 23, meno della metà dei punti del Napoli. L’Atalanta è quinta, dodici punti più su. Se Allegri ha predicato la necessità di non fare ragionamenti, pare piuttosto chiaro che inseguire l’Europa dalla nuova posizione sarà proibitivo. Questa Juve è ferita ma poi è sempre lei. Nella Coppa Italia e nell’attuale Europa League ha una doppia, preziosissima chance per mantenersi a galla e inseguire le competizioni continentali non considerando il campionato. Verranno le ulteriori sentenze di giustizia sportiva in Italia e pure in Europa, con la Uefa pronta a recepire gli esiti delle indagini specialmente in riferimento ai bilanci della Signora. Ma ieri la Juve ha coraggiosamente evitato di avere un tracollo anche sul campo, con voglia e una sana sfacciataggine. Quella che era a lungo mancata e che Allegri, in realtò, sarà ben contento di aver trovato.